C’è anche l’utilizzo a rischio della grande torre-gru, a causa degli effetti del terremoto, tra i motivi dei ritardi nei lavori per la nuova tribuna est al Del Duca. E’ quanto conferma la determinazione comunale del maggio scorso, per una variante ai lavori: tra le varie cause del ritardo figura anche il divieto di utilizzo dell’imponente torre-gru nel cantiere disposto dopo una verifica a seguito della scossa di terremoto del 30 ottobre scorso. L’ennesima tegola caduta su un intervento che, per il solo primo stralcio, alla fine dovrà concludersi – sempre stando al recente atto comunale – entro il prossimo 18 luglio, con un ritardo concesso di 320 giorni complessivi rispetto alla data originaria di riconsegna. Per poi consentire di procedere con il secondo stralcio.
Diverse sono le complicazioni sopravvenute che hanno trascinato per quasi un anno in più i lavori del primo stralcio per la nuova tribuna est. Basti pensare che una prima proroga di 60 giorni era stata concessa “a seguito dei gravi eventi sismici del 24 agosto, 26 ottobre e 30 ottobre 2016 che hanno interessato il territorio, provocando danni diffusi alle infrastrutture e alle strutture pubbliche e private, tra cui l’impianto dello stadio Del Duca”. Nel frattempo, si è inserita anche la “manifestata la necessità di introdurre modifiche alle previsioni originarie di progetto per diverse ragioni”. Tra queste, “la chiusura di diversi stabilimenti di zincheria, a causa della contingente crisi economica che attanaglia il territorio, che ha determinato per l’Impresa l’insorgere di difficoltà oggettive nel reperire siti muniti di idonea attrezzatura (vasca per la zincatura di notevoli dimensioni) per la zincatura dei pilastri di sostegno della copertura, caratterizzati, come è noto, da un’altezza fuori tutto intorno ai 26 metri”. Inoltre, altra motivazione, “gli eventi sismici del 30 ottobre scorso hanno richiesto una verifica straordinaria della gru a torre e del relativo sistema di ancoraggio. Nelle more di eseguire tale verifica, si vietava l’utilizzo della gru a torre limitandone la portata ad un quarto, anche in funzione delle attività sportive previste nell’impianto. Nel contempo al fine di non ritardare l’imminente montaggio della carpenteria metallica pesante si disponeva l’impiego di mezzi alternativi (autogru) per il montaggio della stessa”. Ed infine, “la ridotta disponibilità di spazi all’interno del cantiere conseguentemente all’impiego di autogru” al posto della torre-gru, necessitava di “un utilizzo diverso delle attrezzature previste originariamente nonché delle misure aggiuntive atte a mitigare i rischi. Quanto sopra al fine di risolvere situazioni di pericolosità non previste e non prevedibili”.
Ecco, dunque, la perizia di variante tecnica che prevede tutte le modifiche necessarie utilizzando l’iniziale ribasso d’asta e quindi arrivando a spendere i 2,5 milioni previsti inizialmente per il primo stralcio. Ma tutto questo, come detto, con ulteriori 60 giorni di proroga oltre ai 60 giorni già concessi e agli altri 20 aggiuntivi per i periodi di sospensione, per un totale, dunque, di 320 giorni di proroga rispetto ai tempi previsti inizialmente. E con il termine ultimo fissato per il prossimo 18 luglio.