Sono 200 le famiglie in difficoltà economiche, in città, già in fila per beneficiare del contributo destinato a chi risiede nelle zone colpite dal terremoto e non percepisce un reddito annuo superiore ai 6 mila euro. E per più della metà dei nominativi in elenco, a soli cinque giorni dalla scadenza dei termini di presentazione delle domande, fa riferimento a famiglie straniere con regolare permesso di soggiorno nel capoluogo piceno. Cui si aggiungono altri 200 nuclei familiari che hanno richiesto il sostegno di inclusione ordinario avendo un reddito annuo inferiore ai 3000 euro.
Un focus rappresentativo di quello che è il quadro socio-demografico di questo periodo che vede i potenziali disagi del terremoto pesare come un macigno su tutta quella fetta di popolazione che vive sotto i limiti della soglia di vivibilità, inclusa la sempre più consistente componente legata all’immigrazione. Duecento famiglie che fanno il paio con le altre 200 domande pervenute, sempre all’Arengo per il sostegno inclusivo (il famoso Sia) ordinario e quindi slegato dal terremoto.
L’effetto-terremoto ha spinto, di fatto, il Governo a prevedere un ulteriore sostegno di inclusione, ovvero il Sia, a maglia più larga rispetto a quello tradizionale e riservato proprio ai territori colpiti dal sisma. Ed in tal senso, dallo scorso 2 settembre si è aperta la possibilità di presentare le richieste anche al Comune di Ascoli, con chiusura dei termini fissata per il prossimo 31 ottobre. Ed è il vice sindaco, con delega alle politiche sociali, Donatella Ferretti a fare il punto della situazione.
“Sono 200 – conferma la Ferretti – le domande pervenute al Comune per ottenere il Sia per il sisma, ovvero il sostegno economico per le famiglie in difficoltà che abitano nelle zone colpite dal terremoto. Di queste 200 domande, circa il 9% delle domande non è stato finora ammesso. Va precisato che noi effettuiamo una prima verifica, per quel che riguarda l’ammissibilità delle domande dal punto di vista del reddito e dei documenti da produrre, poi tutto passa all’Inps che si occupa dell’erogazione sulla base anche di una graduatoria in relazione ai fondi disponibili”.
“Il Sia per il sisma – prosegue il vice sindaco – è un’opportunità concessa a tutte quelle famiglie presenti sul territorio che non hanno potuto usufruire del sostegno ordinario, percependo un reddito superiore ai 3000 euro annui, ma che comunque non superano i 6000 euro e quindi si trovano in difficoltà economiche. C’è da evidenziare che, comunque, più della metà delle domande pervenute sono state presentate da stranieri. E questo anche perché in questo caso i requisiti sono meno stringenti”.
In termini pratici, il sostegno per l’inclusione attiva per le aree del sisma verrà erogato attraverso l’attribuzione di una carta di pagamento elettronica utilizzabile per l’acquisto di beni di prima necessità.
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