L’Arengo avvia la fase dei rimborsi – tra tassa sui rifiuti, Imu e Tasi – per quegli ascolani con un’abitazione inagibile. Ma soprattutto si comincia a delineare anche la consistenza del “buco” che lo Stato dovrà colmare per le imposte che moltissime famiglie ascolane non hanno pagato proprio per l’evacuazione delle proprie case. Una verità che, seppur ancora non perfettamente quantificabile a seguito delle posizioni ancora da verificare e dei sopralluoghi ancora in corso, comincia ad assumere una certa consistenza alla luce di centinaia di nuclei familiari (almeno 400) che non hanno pagato le tasse proprio perché sfollati a causa del sisma.
Proprio in questi giorni, l’Arengo ha provveduto ad avviare le procedure di rimborso, in particolare per l’Imu e la Tasi, per quelle persone che hanno esplicitamente richiesto il rimborso delle tasse già pagate nel 2016 e in qualche caso anche nel 2017 e che alla scadenza del 28 febbraio scorso hanno inoltrato la domanda di esenzione, come previsto dal decreto post-sisma. Ed ora questi cittadini andranno a recuperare le somme versate (qualche centinaio di euro) inclusi gli interessi. In realtà, però, il vero contraccolpo sulle casse dell’Arengo, in attesa della compensazione da parte dello Stato, è arrivato dalle centinaia di famiglie che, ritrovatesi con una casa inagibile, non hanno pagato affatto le tasse comunali, come la Tari (che viene sospesa automaticamente nel momento dell’ordinanza di inagibilità non essendo più fruibile la casa) e anche, per seconde abitazioni o altri locali di proprietà inagibili, l’Imu e la Tasi. Una bella ripercussione, dunque, dal punto di vista della liquidità, per l’Arengo, a fronte di una copertura governativa che dovrà arrivare.
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