I giudici della corte d’assise d’appello di Ancona hanno stabilito che a partire dal prossimo 28 febbraio verranno risentiti tutti i testimoni già ascoltati dalla Procura di Ascoli durante le indagini condotte per l’omicidio di Giovanni Albertini, l’ascolano di 58 anni morto nel febbraio del 2016 a poche ore di distanza da una violenta lite in cui era rimasto coinvolto in piazza del popolo. Nel corso dell’udienza del processo di secondo grado che vede imputati l’ascolano Giorgio Giobbi, condannato in primo grado a due anni di reclusione per lesioni gravi, e il collaboratore di giustizia Danilo Damioano Chirico a cui il Gup di Ascoli lo scorso mese di febbraio inflisse una condanna a dodici anni di carcere per omicidio preterintenzionale ritenendolo il responsabile di aver sferrato il calcio rivelatosi mortale, la corte ha espresso la propria intenzione di procedere nuovamente all’audizione dei testimoni. Una decisione, quella della corte d’assise d’appello che è stata apprezzata dai familiari di Albertini che avevano contestato la sentenza di primo grado soprattutto per quanto riguardava la posizione di Giobbi per il quale era decaduta l’ipotesi di concorso nell’omicidio. Inoltre, stando agli orientamenti dettati dalla Cassazione e dalla Unione Europea, la procedura attuata in questo caso solitamente viene intrapresa quando i giudici ritengono che potrebbe. Il Gup di Ascoli, nelle motivazioni della sua sentenza, ha sostenuto che la lite ha avuto due momenti distinti: il primo quando Giobbi affrontò Albertini e lo colpì con due schiaffi sul volto che aveva provocato delle lesioni al cinquantottenne; e di un secondo momento, quando Albertini fu colpito da un calcio sferrato da Chirico che secondo l’autopsia provocò la rottura della milza che comportò il decesso.
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