Controlli costanti dell’Arengo sui contributi di autonoma sistemazione erogati alle famiglie ascolane. Il tutto partendo dalla richiesta dei consumi per le utenze per capire se qualcuno, provando a fare il furbo, sia rimasto a vivere nella casa dichiarata inagibile pur percependo il Cas, ovvero l’apposito contributo destinato a chi deve lasciare la propria abitazione. Controlli che l’Ufficio terremoto dell’Arengo porta avanti sistematicamente, procedendo poi anche ad eventuali verifiche sul campo per capire se ci siano o meno gli estremi per una segnalazione in Procura di casi in cui si approfitti dei contributi previsti pur senza sgomberare abitazioni inagibili.
Un monitoraggio complesso per cercare di rendere la vita difficile a qualche furbetto pronto a beneficiare dei soldi erogati per chi viene mandato via dal proprio appartamento per cause di forza maggiore e poi, in realtà, continua a vivere lì o persino a dormirci.
L’Ufficio terremoto, in tal senso, ha predisposto delle procedure che prevedono, innanzitutto, al momento della domanda di richiesta del contributo di autonoma sistemazione, la consegna della documentazione comprovante l’inagibilità dell’immobile per cui si richiede il Cas (scheda Aedes o ordinanza comunale). Si chiede, poi, anche una dichiarazione relativa alla soluzione abitativa temporanea prescelta (anche a casa di parenti o amici) con indicazione del relativo indirizzo e, in caso di appartamento preso in locazione, anche il relativo contratto di affitto. E tutto questo per sbloccare la domanda del contributo che, di fatto, non è legato obbligatoriamente alla locazione di un appartamento o ad altre soluzioni. In un secondo tempo, una volta ottenuto il Cas per il nucleo familiare richiedente, lo stesso Ufficio comunale per il terremoto procede a richiedere, periodicamente, il prospetto dei consumi di luce, acqua e gas (anche se con pagamento sospeso delle bollette) dell’abitazione dichiarata inagibile e per la quale si percepisce il contributo. A quel punto, ad ogni esame della documentazione, se si rilevano consumi in linea con quelli che potrebbero far presupporre un utilizzo continuativo dell’appartamento in questione, si procede con l’invio di controlli – in vari orari e giorni – sul posto, per riscontrare la presenza abituale della famiglia in casa. E di fronte a riscontri e prove evidenti, ecco scattare la segnalazione alla Procura della Repubblica.
Oltre alle verifiche in autonomia dell’Ufficio terremoto, non manca anche chi, tra i cittadini ascolani, continui a segnalare – spesso in maniera anonima – casi ritenuti dubbi rispetto all’ottenimento di questo contributo per il disagio legato all’inagibilità dell’abitazione. Segnalazioni arrivate agli uffici comunali che già in passato per qualche caso si sarebbe arrivati a presentare informative alla Procura della Repubblica.
In base all’aggiornamento più recente sul portale della Regione Marche relativo al post-terremoto, al mese di novembre 2017 risultavano 810 le famiglie ascolane che percepiscono il contributo di autonoma sistemazione, per un totale mensile di 599.426,68 euro erogati. Un dato destinato a crescere ulteriormente, relativamente a dicembre, gennaio e anche ai mesi successivi, considerando che i sopralluoghi proseguono. E si capisce chiaramente quanto sia complesso il lavoro di verifica.