L’appello lanciato dall’associazione Wap e da numerosi commercianti ascolani all’Arengo attraverso una petizione e la presenza in consiglio comunale è quello di riuscire tutti insieme a trovare una strada per la ripresa. Ed il dato ufficiale su aperture e chiusure delle attività dimostra sì tutta la preoccupazione degli operatori, ma anche la grande voglia di reggere l’urto e reagire. Un’analisi che trova un sostegno oggettivo nei dati forniti dall’assessore al commercio, Alessandro Filiaggi, attraverso gli uffici comunali preposti. Dati che vedono, nel periodo tra il primo gennaio 2017 e il 28 febbraio 2018, per quel che riguarda il centro storico un saldo negativo di 11 attività. Ovvero, a fronte di 22 nuove attività o subentri ad attività già esistenti, risultano 33 attività del centro che hanno chiuso i battenti. Quindi, rispetto alle serrande che si abbassano si cerca di contrapporre la voglia di nuove attività che provano ad inserirsi nel mercato. Mentre complessivamente, ovvero su tutto il territorio comunale (centri commerciali inclusi), nello stesso periodo, le attività nuove o subentrate sono state 156 a fronte di 124 attività cessate. Quindi con un saldo positivo di 32 attività.
In tutto questo contesto, in ogni caso, vanno considerate anche quelle attività, 18 in totale, che si sono dovute trasferire temporaneamente in altre sedi per l’inagibilità dei locali. Un dato questo destinato a crescere ancora, se solo pensa che le varie ordinanze tra schede Fast e Aedes stanno colpendo anche attività storiche, come ad esempio Loreti, punto di riferimento per i dolciumi, in via del Trivio e il vicino negozio di abbigliamento Nociaro. Ma anche altre attività commerciali svuotatesi sempre lungo l’asse di via del Trivio, dopo altre attività del centro costrette a trasferirsi come Sisley, ora in via del Trivio più a nord, il pub Murpy’s passato da piazza Arringo a corso Mazzini (recuperando il nome Casanova) o a lavorare in maniera ridotta, per lavori di messa in sicurezza, come Lorenz Cafè in piazza del Popolo. I segnali positivi, invece, arrivano dai locali per somministrazione di cibi e bevande che complessivamente hanno visto 51 aperture o subentri rispetto a 45 chiusure. Con saldo positivo anche in centro storico dove ha fronte di 22 esercizi che hanno chiuso, ci sono state 25 aperture o subentri. La realtà è che, aldilà dei numeri, comunque il consistente numero di chiusure è legato ad un inconfutabile calo dei consumi dovuto a molteplici fattori, tra cui anche il crescente svuotamento del centro per quel che riguarda la residenzialità, anche con lo zampino del terremoto. Ma influisce anche la crescita dello shopping online o della consegna a domicilio: 24 le nuove attività di questo tipo tra 2017 e inizio 2018.
L’assessore comunale al commercio ed al centro storico, Alessandro Filiaggi, nella sua analisi dei dati e dello scenario commerciale, esprime anche la volontà dell’Arengo a confrontarsi per trovare le giuste misure per la ripresa delle attività. “Dai nostri dati rileviamo – commenta Filiaggi – che le maggiori difficoltà sono in centro storico, nonostante la grande voglia di reggere e anche nuove aperture o subentri. Noi siamo disponibili a cercare di studiare degli interventi, anche confrontandoci a breve, per capire come poter migliorare la situazione in un contesto aggravato dal terremoto. E’ chiaro che si farà ogni sforzo utile, ma mantenendo una visione complessiva della città che rimane valida e che è quella che già nella fase pre-terremoto stava dando risultati positivi e crescenti, in termini di visitatori e di rivitalizzazione, fino alla settimana prima del terremoto. Il problema in ogni caso è complesso e vanno valutati anche il recupero della residenzialità in centro e, magari, ritocchi al traffico nel periodo invernale. Così come andrebbe invertita la rotta per la presenza di uffici e scuole”.