A ventiquattr’ore dalla partita con la Salernitana, Serse Cosmi ha parlato in conferenza stampa del match coi campani tornando anche ad analizzare la sfida del “Renzo Barbera”. Con la Salernitana partita della vita? “Ora le partite diminuiscono e ognuna ha un valore maggiore, non sarà la partita della vita, ma una gara delicata. Era importante e accessibile anche quella col Palermo che non avevo certo considerato persa prima ancora di giocarla. E possiamo dire che questo pensiero è stato reale per tutto il primo tempo del match, poi i 15′ del secondo tempo hanno rovinato quello che di ottimo avevamo fatto e inevitabilmente hanno fatto cambiare il giudizio sulla gara”. Gli infortuni di Martinho e Bianchi? “Non siamo certo felici, sono due infortuni similari: non convocare Martinho è stato più a scopo precauzionale per poi averlo in occasione della prossima partita, mentre il recupero di Bianchi sarà un po’ più lungo”. Mignanelli sostituto di Martinho? “Sì, giocherà come esterno dall’inizio, a Palermo aveva giocato 60′ e sta recuperando la condizione”. Chi sostituirà Bianchi? “Uno fra Addae, D’Urso e Carpani, sempre tenendo conto delle condizioni di Mogos e Kanoute che valuterò soltanto domattina; clinicamente non hanno problemi, ma avvertono qualche fastidio. Palerò con loro per evitare quello che è successo a Palermo, quando al 5′ del secondo tempo Kanoute è dovuto uscire”. Lanni o Agazzi? “Giocherà Lanni”. Ganz? “Dovrà necessariamente diventare decisivo, manca solo una scintilla per farlo partire; è in crescita rispetto a quando è arrivato, ma in questo momento c’è anche un discorso tattico: se giochi con due attaccanti starebbe fuori Cemenza, che in questo momento è decisivo. Non sono io che devo dimostrare a Ganz che deve giocare, ma è lui che deve dimostrare a me che può giocare”. Sulla preparazione del match coi campani: “Mercoledì siamo rientrati da Palermo e il primo allenamento è stato di recupero, ieri di preparazione alla gara e stamattina di rifinitura. Abbiamo analizzato i primi 10′ del secondo tempo di Palermo: in quei minuti c’è tutto quello che non avevo visto da quando sono arrivato, abbiamo commesso troppi errori contemporaneamente. Saremmo dovuti rientrare in campo con un enorme vantaggio psicologico e invece abbiamo sbagliato atteggiamento emotivo e tattico. Inoltre abbiamo subìto il primo gol della mia gestione su palla inattiva. Il passivo pesante non credo abbia lasciato strascichi maggiori di una normale sconfitta. Non bisogna fare l’errore di pensare che senza quei 15′ non avremmo perso la gara e neppure quello di dire che l’Ascoli è quello visto in quei 15′. Bisogna avere equilibrio, siamo tutti ostaggio della classifica e i nostri stati d’animo dipendono da essa; i giudizi sono troppo condizionati dalla paura di non potercela fare il sabato successivo. Bisogna giocare col sangue aglio occhi, ogni palla deve essere quella della vita e in alcuni momenti non lo facciamo. A volte il calcio ti pone di fronte a situazioni difficili e devi avere la forza, gli attributi e il coraggio per venirne fuori. E’ tutto semplice nei momenti postivi, va tutto bene, giovani e vecchi, allenatore, Società, stampa e tifosi, ma è quando le cose non vanno bene che si capisce veramente chi è il giocatore, la squadra, l’allenatore, la piazza e la Società”. Alla Salernitana potrebbe star bene il pareggio. Verranno per chiudersi? “La Salernitana credo abbia un organico non in linea con la classifica di oggi, è un organico di livello, vedrete che ci creerà delle difficoltà. Con giocatori come Sprocati, Rosina e Bocalon non vedo certo una squadra dalla vocazione difensiva, mi aspetto una squadra tosta; penso che verranno a fare la partita perché hanno qualità e forza fisica oltre a calciatori per giocarsela, Colantuono lo conosco bene. E poi oggi faccio fatica a fare la mia formazione figuriamoci se posso farla agli avversari.”Sui Tifosi: “Quella di domani è la prima di otto partite in casa; abbiamo un valore aggiunto che è rappresentato dalla nostra tifoseria, so cosa può darci, a condizione che la squadra crei i presupposti per farsi trascinare. Se la squadra fa incendiare la tifoseria allora il Del Duca diventerà un campo complicato per ogni avversario; siamo noi che dobbiamo portare il pubblico dalla nostra parte. Avere cento persone a Palermo di martedì sera è un atto d’amore che va capito e ripagato. Penso che i tifosi siano rimasti sbigottiti come noi dalla sconfitta di Palermo”. Turn over? “Ho sempre pensato che una squadra che sta bene e ha giocatori di 20-22 anni, pronti e calcisticamente evoluti non abbia bisogno del turn over. Noi saremo costretti a farlo per via delle assenze di Martinho e Bianchi”.