Troppi sforamenti dei limiti in passato e aria inquinata nella zona industriale spingono la Provincia, ora, a riattivare la stazione di monitoraggio ormai inutilizzata per rilevare quale sia la situazione dal punto di vista delle polveri sottili, ma anche dei possibili effetti negativi degli impianti di gestione dei rifiuti e di depurazione presenti. Tutto questo per capire quale sia il reale scenario dal punto di vista dell’inquinamento ambientale a Campolungo e dintorni, non essendoci più, al momento, riferimenti e rilevamenti ufficiali da quando proprio la stazione di Campolungo non rientra più nella rete di monitoraggio regionale. Palazzo San Filippo, quindi, ha deciso di stanziare una somma pari a circa 63 mila euro per riattivare la centralina in questione ed eventualmente di implementarla con i necessari dispositivi di rilevamento. Un provvedimento che si è già concretizzato nell’affidamento dell’intervento ad una ditta specializzata, la Project Automation spa, che aveva già fornito la strumentazione presente nella cabina e in passato ha anche svolto la manutenzione della rete provinciale di monitoraggio della qualità dell’aria.
Anche se la stazione di Campolungo non fa parte della rete di monitoraggio dell’aria della Regione Marche, la Provincia ha deciso di riattivarla basando la propria scelta su una serie di motivazioni. Nell’apposita determina dirigenziale, infatti, si ravvisa “la necessità di effettuare opportuni controlli sulla qualità dell’aria e dell’ambiente nonchè di monitorare nella zona industriale gli impianti di gestione dei rifiuti e di depurazione delle acque i quali, unitamente alle attività industriali ancora in essere, hanno provocato considerevoli problematiche e disagi agli abitanti e alle altre attività presenti tanto da indurre i cittadini a formare comitati spontanei che hanno dato corso a numerose proteste e lamentele”. Non dimenticando che il monitoraggio dell’aria nella zona, condotto continuamente dal 2001 al 2012 ha sempre “evidenziato concentrazioni di polveri Pm 10 superiori ai limiti previsti dalle nome vigenti”. Da qui la scelta di tornare a monitorare l’aria a Campolungo e dintorni, sulla base proprio “delle richieste dei suddetti comitati di effettuare il monitoraggio dell’aria nella zona industriale di Campolungo e della presenza di impianti di trattamento e produzione dei rifiuti i quali possono generare particolari inquinanti dell’aria”. E oltre alla manutenzione della strumentazione esistente, considerando che la stazione di rilevamento con gli attuali analizzatori può misurare polveri Pm 10 (le cosiddette polveri sottili), monossido di carbonio e ozono, si ipotizza anche la possibile implementazione della stazione di monitoraggio ambientale con gli strumenti necessari al rilevamento di specifici inquinanti generati dagli impianti presenti nella zona che possono produrre inquinamento atmosferico.