La scossa di magnitudo 4.6 di ieri mattina alle 5,11, con epicentro Muccia, ha comunque riattivato una serie di richieste di verifiche cautelative da parte di cittadini all’Arengo, anche se nel capoluogo piceno non si sono riscontrati danni. Ma aldilà dei timori dei privati, l’Arengo, in maniera precauzionale, ha deciso comunque di avviare una serie di verifiche ripartendo proprio dalle strutture più sensibili, ovvero le scuole comunali, pur non essendosi riscontrati, in ogni caso, danni. Controlli che verranno, quindi, effettuati solo per avere conferme sullo stato delle strutture dopo l’ulteriore scossa. Così come poi si procederà con ricognizioni rapide anche per tutti i principali edifici comunali. Ma mentre lo sciame sismico continua a farsi sentire anche a distanza di oltre 18 mesi, nel capoluogo piceno si procede ancora con le ordinanze di evacuazione, dopo gli ultimissimi sopralluoghi effettuati. Evacuazioni affiancate, in questa fase, anche dalla conclusione dei primi interventi di somma urgenza, da parte dell’Arengo, su proprietà private che sono risultate a rischio per la pubblica incolumità. E su questo fronte, sono cresciuti i cantieri aperti per le messe in sicurezza urgenti con somme anticipate dal Comune: da via Tornasacco e via Moriani a piazza Ventidio Basso, da piazza Arringo a via Giosafatti, da via Quinto Curzio Rufo a rua del Cassero, da via delle Torri a via Pretoriana e tante altre zone ancora. Uno scenario del centro storico che vede ormai almeno un’impalcatura ogni 500 metri e che rappresenta la fotografia, ancora parziale, degli effetti a medio termine di questo terremoto che ancora si fa sentire. Nel frattempo, è stato aperto il cantiere per i lavori di restauro, di consolidamento e di miglioramento sismico della casa di accoglienza del clero, tra largo Manzoni e lungo Castellano, di proprietà della Diocesi.