Ascoli Piceno, 2018: la fuga dal centro storico continua. Si tratta di ripercussioni, forse, della crisi economica globale e degli effetti del terremoto, che vedono anche il comparto direzionale, ovvero quello degli uffici, proseguire sempre più la migrazione verso la periferia o, ancor peggio, lasciare la città e mettere in vendita l’eventuale patrimonio immobiliare. Un segnale che arriva anche dai grandi gruppi bancari che, dopo alcune chiusure di sportelli in centro già avvenute nel corso degli anni, in qualche caso fanno un passo indietro anche a livello immobiliare, come nel caso del Monte dei Paschi di Siena. Con il cartello “vendesi” che ora campeggia sull’edificio in corso Trieste per la cessione di tutto il secondo piano dell’immobile nell’ambito di un piano di dismissioni patrimoniali che riguarda, comunque, tutto il territorio nazionale. Ma, aldilà delle motivazioni, il dato che assume consistenza è proprio quello di un costante passo indietro, rispetto alla presenza in centro storico, anche del comparto direzionale, ovvero degli uffici, che per anni ha rappresentato un perno fondamentale per l’economia e la vitalità del cuore della città. Se poi si valuta il discorso della presenza di attività in centro nella sua totalità, ecco che la testimonianza di una difficoltà evidente sono proprio i cartelli “affittasi” e “vendesi” che addirittura, in alcune vie del cuore cittadino, compaiono in media in un locale su tre.
Anche il Monte dei Paschi di Siena, storico istituto di credito, per una precisa strategia pianificata su tutto il territorio nazionale, ora mette in vendita parte del suo patrimonio anche ad Ascoli e nel Piceno. Ed un cartello con scritto “vendesi” è comparso sull’elegante edificio che si affaccia su corso Trieste per la volontà del gruppo senese di cedere il secondo piano dell’immobile, mantenendo lo sportello bancario al piano terra. Una porzione di fabbricato che – come riporta il sito internet dedicato proprio al patrimonio immobiliare di Mps – si estende, su corso Trento e Trieste all’angolo con via Del Duca, dal civico 38 al 52 per un totale di 495 metri quadrati, in pieno centro storico. A due passi da piazza del Popolo. Ed il prezzo di vendita indicato è di 750 mila euro, considerando che la tipologia di utilizzo finora è stata quella direzionale, ovvero come istituto di credito.
In realtà, una migrazione degli uffici dal centro storico già iniziata nel corso degli anni anche con qualche arretramento a livello di pubblici uffici, si sta ancora accentuando anche con il depauperamento – in molti casi una scelta forzata a causa del terremoto o della necessità di fare cassa – anche da parte degli enti locali. Con la Provincia che, ad esempio, ha messo in vendita praticamente tutti i propri uffici decentrati, da quelli su via Tornasacco, quelli all’ex seminario o quelli tra corso Mazzini e via Angelini (ex caserma dei vigili del fuoco) divenuti sede della guardia di finanza. E con altri uffici che sono stati ubicati nella zona di Pennile di sotto. Ma anche l’Arengo, per l’inagibilità di alcune sedi, ha dovuto ragionare spostando alcuni suoi uffici decentrati fuori dal centro, come ad esempio quelli trasferitisi in viale Vellei (all’interno dell’Istituto pio sacro cuore) e quelli relativi alla contabilità che si sposteranno a breve all’interno della sede della Ciip spa in viale della Repubblica. Senza dimenticare lo spostamento del Comando dei vigili urbani da San Pietro in Castello all’ex Gil.