Sono solo 91 pratiche di ricostruzione istruite, ad Ascoli, a ben 20 mesi dalle prime scosse del terremoto 2016. E con centinaia di famiglie in attesa di sbloccare le richieste di contributi. Teoricamente, continuando di questo passo, per istruire le sole 750 pratiche servirebbero ben 13 anni… Il commissario De Micheli ha già predisposto l’ordinanza che prorogherà a fine luglio, rispetto al prossimo 30 aprile, il termine per la presentazione delle richieste di contributo finalizzate alla sistemazione degli edifici dichiarati inagibili ma con danni lievi, ma centinaia di pratiche non potranno certo sbloccarsi in soli tre mesi. A parlare chiaro sono i numeri. Numeri che già un mesetto fa avevano stimolato l’intervento del direttore regionale Spuri riguardo il grave ritardo nelle procedure e che, nel frattempo, non sono migliorati. Confermando la difficilissima situazione e il consistente rischio di vedere bloccati moltissimi degli interventi di messa in sicurezza e sistemazione delle abitazioni inagibili proprio per il grosso punto interrogativo sui tempi. Più delle parole, parlano i dati. Quelli ufficiali della Regione Marche che mettono in vetrina le pratiche istruite dagli Uffici per la ricostruzione, con soltanto 91 richieste arrivate nella fase istruttoria. Un dato che la dice lunga su quanto siano lunghi i tempi procedurali, se solo si pensa che ad Ascoli le famiglie sfollate sono più di mille e che sono almeno 750 gli edifici con inagibilità. Solo un 15% circa delle pratiche è arrivato ad essere istruito.
Centinaia e centinaia di pratiche ascolane dovranno ancora essere presentate sul tavolo dell’Ufficio per la ricostruzione, considerando che solo 91 sono le richieste già in fase istruttoria, come confermano i dati ufficiali, rispetto ad almeno 750 richieste complessive che sono ancora in attesa di essere presentate o comunque devono ancora entrare nella fase istruttoria. Una percentuale bassissima, dunque, quella delle pratiche che hanno intrapreso il cammino verso il decreto e lo sblocco dei finanziamenti per la ricostruzione per danni lievi. E i numeri diventano ancor più avvilenti e preoccupanti quando si focalizza l’attenzione sulle pratiche per cui è già scattato il decreto e, quindi, lo sblocco dei contributi: solo 19 quelle che riguardano Ascoli-città, tra cui anche quella da tempo in attesa per i lavori relativi al palazzo vescovile. E tutto questo per una serie di complicazioni e ritardi che partono dal gran numero di sopralluoghi da effettuare, nel capoluogo, a fronte di circa 9000 richieste pervenute dai cittadini (con ordinanze ancora in arrivo), per poi arrivare a procedure lunghe e farraginose, con il rimpallo tra schede Fast e Aedes, e con il continuo valzer delle proroghe ogni qual volta ci si è resi conto che i termini, per consentire parità di trattamento tra i terremotati, risultavano inadeguati temporalmente. Chiaro è che, se proiettando i dati attuali in rapporto al tempo trascorso dalle prime scosse, ovvero 20 mesi, si capisce quanto sia assurda e paradossale la prospettiva andando a calcolare quanti mesi totali serviranno per andare a sbloccare, teoricamente, le 750 pratiche complessive: continuando di questo passo servirebbero oltre 164 mesi e, quindi, ben 13 anni. Ma la situazione era già evidente anche considerando il riscontro delle pratiche istruite nel mese di marzo: 66 in tutto, di cui solo 12 arrivate allo sblocco della concessione dei contributi.