La Restart, la società che da 8 anni è proprietaria dell’area, dà il via libera ad un aumento di capitale (da 9 a circa 13 milioni di euro) in vista del cantiere forse più atteso: quello della bonifica. Un cantiere che, secondo i programmi, porterà sin da subito posti di lavoro a tante maestranze locali, ex dipendenti della Carbon inclusi (attraverso un apposito corso di formazione) e che dovrebbe rappresentare la rampa di lancio per la riconversione tra case, verde, spazi sportivi e anche spazi comunali che potrebbero, in futuro, ospitare uffici decentrati dell’ente e una scuola. Senza chiudere le porte ad eventuali investitori con progetti anche diversificati rispetto al residenziale. Perché, come come conferma il presidente Franco Gaspari, “questo è un progetto in progress e bisognerà muoversi in base allo scenario che si profilerà nell’arco dei prossimi 10-12 anni”. Ovvero quando Ascoli 21, il nuovo quartiere cittadino, sarà completato. Ma a dare slancio, oltre che capitali, a questa avventura imprenditoriale, attorno al tavolo assembleare c’era per la prima volta anche il presidente dell’Ascoli Picchio, Francesco Bellini, a fianco al presidente Gaspari, al socio di maggioranza, Battista Faraotti (che è stato determinante per il suo coinvolgimento) e agli altri soci.