Tega: “Picchio gas nata per essere gestita dai cittadini. Fosse stato per me non avrei venduto la Piceno gas”

Adesso l’ex assessore comunale Valentino Tega parla dopo le polemiche levatesi sul caso della Picchio Gas che gli sono costate il ritiro delle deleghe, da parte del sindaco. E  lascia intendere che continuerà a fare politica: “Alle prossime comunali? Ci sarò, in maniera forte… E la politica per me è stare dalla parte dei cittadini. Questo era anche l’obiettivo della Picchio gas: una società gestita direttamente dai cittadini con quote d’ingresso da 50 e 100 euro e con l’obiettivo di attivare agevolazioni, rateizzazioni e altre iniziative di impatto sociale”.

Tega, nella sua conferenza di questa mattina, ha innanzitutto fatto riferimento alla sua attività svolta in questi anni, prima nel settore bilancio e poi nei lavori pubblici, ricordando anche la creazione della Piceno gas.

“Prima tutti si prendevano i meriti – ha detto Tega – e solo oggi, invece, quando ci sono le polemiche, attribuiscono a me l’idea della creazione della società comunale Piceno gas. Ed io sono orgoglioso di essere stato l’ideatore di questa società pubblica che tanto ha dato ad Ascoli sia in termini economici che a livello sociale, con rateizzazioni e agevolazioni per i cittadini in difficoltà: basti pensare che nelle casse comunali 90 milioni di euro di utili che hanno consentito la realizzazione di tante opere pubbliche e di molte altre attività e iniziative per la città, sia 70 milioni di euro di patrimonio”

Personalmente  – prosegue Tega – avrei voluto che la Piceno gas continuasse ad operare come società comunale, ma è chiaro che la politica è anche compromesso e non potevo imporre la mia idea. Quindi, obtorto collo, ho dovuto accettare che la maggioranza, per questioni di bilancio, decidesse di vendere la società comunale che tanto stava dando al territorio. Una società che dal 2003-2004 fino al 2009, con la delega alle partecipate, avevo condotto lungo la strada del servizio anche con un importante impatto sociale, andando sempre incontro alle esigenze degli utenti prima di pensare agli utili e questo percorso è continuato fino a che non è stato deciso di vendere la società”.

“La Picchio Gas – spiega l’ex assessore – che tra l’altro è finita nel polverone delle polemiche pur essendo ancora inattiva, nasce proprio secondo la stessa filosofia che mi aveva portato a creare la Piceno gas, ovvero per fornire servizi al cittadino ma con l’obiettivo di andargli incontro con agevolazioni di impatto sociale. La società nasce proprio dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto io e altri consiglieri riguardo utenti che non si ritenevano soddisfatti per disservizi, conteggi e pagamenti da quello che c’è sul mercato. Con l’obiettivo di trasformarla in una public company, con l’apertura a tutti i cittadini con l’ingresso attraverso quote da 50 e da 100 euro per seguire direttamente la gestione e consentire tariffe agevolate, rateizzazioni e altro, senza la ricerca di utili, ma solo per la copertura dei costi e andare incontro agli utenti. La cosa è stata travisata e non capita dalla politica e dai media perché qualcuno ha fatto scoppiare la polemica e non abbiamo avuto il tempo, essendo come detto ancora una società inattiva, di illustrare con la massima trasparenza quali fossero gli obiettivi. Del resto, basti pensare che ci abbiamo messo la faccia direttamente, proprio perché avremmo voluto illustrare il nostro obiettivo alla città, diversamente da quanto accade magari in altri casi in cui si utilizzano prestanome perché si fanno cose esclusivamente a scopo di lucro… La disponibilità di elenchi dei clienti? Ma a cosa servirebbero… Tutti i cittadini hanno bisogno del gas e quindi il discorso è semplice e scontato: bisogna coinvolgere a tappeto tutte le famiglie. E tutte le attuali società operanti sul mercato operano allo stesso modo… Il futuro della Picchio gas? Dovranno decidere i soci. Personalmente mi sono dimesso da amministratore, ma per la cessione delle quote occorrerà aspettare l’assemblea. Ci sono dei tempi tecnici”.

“Quando il sindaco – prosegue Tega – ha chiesto a me e agli altri consiglieri di dimetterci dalla società, non ho avuto alcun problema, proprio perché non avevo alcun obiettivo o interesse personale. Non ho mai detto di volermi dimettere, invece,  da assessore perché questo avrebbe significato caricarmi di responsabilità e colpe che non ho… Quella della Picchio Gas non è un’iniziativa illegale, né tantomeno immorale. Per il gas c’è ormai il discorso del libero mercato e non vedo nulla di male nel fatto di creare una società che fosse gestita, una volta divenuta operativa, direttamente dai cittadini con il solo fine di ottenere risparmi e agevolazioni per tutti, al servizio della città. Ci sono tante società già operanti e non vedo dove sarebbe il problema… E, ripeto, si è voluta processare quella che, al momento, era ancora solo un’idea. Se il sindaco lo sapeva? Non lo so, dovete chiedere a lui. Io non glielo avevo detto, trattandosi ancora di una idea e di una società inattiva”.

“Ringrazio tutte le persone che mi sono state sempre vicine, anche in questo momento – aggiunge Tega – tra cui anche diversi consiglieri ai quali ho detto, comunque, che sarà importante continuare a sostenere l’attività dell’Amministrazione comunale per completare le attività già messe in cantiere, perché scossoni potrebbero danneggiare gli interessi della città. Poi si vedrà… Dietrologia politica e comportamenti scorretti si valuteranno al momento opportuno. La cosa certa è che continuerò a fare politica. Le prossime comunali? Ci sarò in maniera forte”. Alla domanda su quali possano essere le motivazioni che abbiano spinto il sindaco a ritirargli le deleghe, Tega risponde: “Non so, dovete chiederlo a lui. Per quanto posso pensare io potrebbero esserci state motivazioni sia politiche che di altra natura. L’intervento sui social di Piero Celani? Non so, potrebbe anche essere una delle motivazioni, ma il sindaco non ha mai ascoltato i consigli di Piero…”.

 

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