Adesso c’è uno studio, messo a punto dal centro studi e ricerche Nomisma. per uscire dal tunnel del dopo sisma per il Piceno e tutti gli altri territori colpiti. Un percorso che prevede 14 progetti per rialzare la testa e ripartire dopo il terremoto e che punta, tra le altre cose, sulla promozione e valorizzazione dell’oliva ascolana dop e sul riutilizzo a fini turistici di almeno 1000 seconde case inutilizzate. Senza dimenticare il manifatturiero da supportare con un’Accademia di formazione d’eccellenza per i giovani e anche progetti di impatto sulla popolazione come, ad esempio, la valorizzazione delle farmacie attraverso un nuovo ruolo sociale.
Questo ed altro emerge dallo studio “Ripartire dopo il sisma” realizzato da Nomisma e presentato al commissario De Micheli in un incontro pubblico a Roma proprio per consentire una ripresa dei territori colpiti dal terremoto e ancora in grande difficoltà dal punto di vista economico-occupazionale. Un contenitore di idee progettuali che si basa, come detto, su 14 percorsi di rilancio per i quali è già stata avviata anche una ricerca di potenziali investitori (anche aaaacon primi segnali di interesse) ed è stato aperto un dialogo con gli amministratori pubblici per valutare la messa a punto, ove possibile, di incentivi e contributi.
Le forti potenzialità dell’oliva ascolana dop rappresentano, nello studio di Nomisma, uno dei principali filoni da valorizzare per una ripresa economica e occupazionale che possa ripartire dal settore agroalimentare e agricolo. In uno scenario complessivo che passi attraverso la strutturazione di un insieme di metodi di produzione sostenibili, di nuovi sistemi di trasformazione, di nuove filiere territoriali in grado di attivare sinergie con altre attività capaci di rispondere alle principali problematiche e ai fabbisogni dei produttori. In tale ambito, come detto, le progettualità individuate da Nomisma comprendono la promozione della filiera di produzione e commercializzazione dell’oliva ascolana del Piceno dop (per le grandi potenzialità attrattive del prodotto), affiancata allo sviluppo di una filiera industriale della canapa, all’implementazione di una filiera suinicola e dei prosciutti completamente in loco, alla valorizzazione del latte ovicaprino biologico, attraverso accordi con la rete dei Gruppi di acquisto solidale, alla valorizzazione delle produzioni agricole dell’area del cratere (definendo un paniere riconoscibile di prodotti locali).
Tra le progettualità identificate da Nomisma nel settore turismo, per ripartire, figura in primis un percorso di valorizzazione delle seconde case a seguito del ripristino e della riqualificazione del patrimonio danneggiato, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche per la creazione di nuovi servizi per la “sharing solida”, ovvero la vacanza condivisa, dell’area appenninica centrale. Ad un primo esame, il centro studi bolognese evidenzia come il progetto possa essere avviato utilizzando anche solo l’1% del patrimonio abitativo non occupato disponibile nell’area del cratere, ossia circa 1000 alloggi. Il fatturato atteso che deriverebbe dalla gestione di 1000 alloggi occupati mediamente per 5 settimane all’anno e secondo un canone di locazione giornaliero di circa 100 euro risulterebbe pari a 3,5 milioni di euro. Altro progetto in ballo, quello che riguarda la creazione di un campus di alta formazione per l’ospitalità e il turismo capace di intercettare l’evoluzione della domanda. Obiettivo: creare delle professionalità e delle competenze in grado di dare un rinnovato slancio al mercato turistico del territorio colpito dal terremoto.
L’area colpita dal terremoto – secondo Nomisma – si caratterizza per l’assenza di modelli produttivi strutturati e diffusi. Unica eccezione, quella parte del territorio che si distingue per la presenza dell’importante filiera calzaturiera. E per questo settore si ipotizza di ricreare quelle competenze artigianali (orlatura, tatuatura, decorazione) per consentire ad alcune imprese del segmento dell’alta gamma di immettere sul mercato una nuova produzione ad hoc. In questo contesto di necessario sviluppo della formazione, Nomisma propone la creazione di un’Accademia pubblico-privata per la formazione d’eccellenza rivolta ai giovani del territorio. Il percorso è volto da una parte ad aumentare la capacità competitiva del territorio proponendo creazioni artigianali nella lavorazione manuale delle tomaie per il mercato dell’extra lusso e, dall’altra, ad elevare i livelli occupazionali.
Tra le iniziative proposte da Nomisma per il rafforzamento del sistema di welfare locale c’è la costituzione di una fondazione di comunità attraverso la quale promuovere una gestione partecipativa dello sviluppo del territorio attivando sinergie tra attori locali pubblici e privati. Inoltre, si ipotizza una riorganizzazione delle farmacie rurali estendendo i loro servizi con la sperimentazione per la presa in carico di pazienti fragili, campagne vaccinali e di prevenzione e lo svolgimento di attività sociali proprie dei Comuni. Altra progettualità, la creazione di una senior housing, uno spazio dedicato ad anziani autonomi con soluzioni abitative inserite in una rete di supporto sociale e comunitario e la realizzazione di un Villagio Alzheimer integrato.