Tra le motivazioni dei ritardi per la realizzazione della nuova gradinata est potrebbe esserce una finora non emersa. Una motivazione ulteriore rispetto agli imprevedibili effetti del terremoto e legata ad oneri imprevisti sopravvenuti e presumibilmente non annoverati inizialmente che poi si sarebbero tramutati in una richiesta economica integrativa, di oltre 1 milione di euro, da parte dell’impresa incaricata dei lavori. Si tratterebbe di una somma aggiuntiva – puntualmente inserita tra le riserve formalizzate dalla ditta – che risulterebbe di oltre 1 milione di euro. Una cifra inserita, quindi, dall’impresa nei documenti amministrativi di cantiere per far sì che venga riconosciuta dall’Arengo a fronte, come detto, di oneri che sarebbero sopravvenuti, non previsti, non imputabili alla stessa impresa ed evidenziati durante l’esecuzione dei lavori. Un problema, dunque, di carattere tecnico-economico che avrebbe condizionato e complicato poi tutto il percorso per arrivare al completamento dell’opera nei tempi previsti. Cui poi si sarebbe poi aggiunto anche il fattore terremoto. E questo spiegherebbe non solo i ritardi, ma anche il rallentamento nelle procedure di affidamento degli ulteriori due stralci di completamento dei lavori per i quali solo in questo ultimo periodo si è aperto il cantiere (secondo stralcio) e mercoledì prossimo, 23 maggio, si svolgerà la gara di appalto (terzo stralcio). Così, quella che apparentemente avrebbe dovuto essere un’opera da realizzare in tempi accettabili si è trasformata in un estenuante e quasi interminabile percorso per arrivare alla conclusione dei lavori.
Diverse le motivazioni emerse e confermate finora, in questo lungo percorso della tribuna est seguito sin dall’inizio in prima persona dal sindaco Castelli anche per l’individuazione di appositi finanziamenti. Negli stessi atti dell’Arengo si riscontra, nero su bianco, una serie di cause alla base dei ritardi. In una determina, ad esempio, si legge che “si è manifestata la necessità di introdurre modifiche alle previsioni originarie di progetto per diverse ragioni”. Tra queste, “la chiusura di diversi stabilimenti di zincheria, a causa della contingente crisi economica che attanaglia il territorio, che ha determinato per l’impresa l’insorgere di difficoltà oggettive nel reperire siti muniti di idonea attrezzatura per la zincatura dei pilastri di sostegno della copertura”. Inoltre, altra motivazione, “gli eventi sismici del 30 ottobre scorso che hanno richiesto una verifica straordinaria della gru a torre e del relativo sistema di ancoraggio”. Ma nessun riferimento specifico è finora emerso riguardo questa situazione che avrebbe visto l’iscrizione di riserve, da parte dell’impresa aggiudicataria, per essersi ritrovata a sostenere oneri imprevisti e che sarebbero sopravvenuti rispetto al progetto iniziale, mettendo quindi in difficoltà l’impresa stessa. Con la quantificazione di una somma compensativa che sarebbe stata calcolata in oltre 1 milione di euro.