La fase delle verifiche e dei confronti delle pratiche sospette giunta ormai a metà strada, da Palazzo Arengo porta alle prime revoche dei contributi per l’autonoma sistemazione. Così come c’è qualche riammissione tra quelle famiglie finite nel mirino che poi sono riuscite a chiarire la loro posizione. Fatto sta che dopo i controlli a tappeto, gli uffici preposti dell’Arengo stanno arrivando a sciogliere tutti i nodi venuti al pettine dopo aver riscontrato anomalie in almeno un centinaio di casi relativi ai famigerati Cas, ovvero i contributi concessi a quelle famiglie che hanno dovuto abbandonare la loro abitazione principale a causa di una dichiarata inagibilità. Adesso, come detto, si è arrivati ormai a metà del percorso di verifica, con faccia a faccia con le persone chiamate in causa e anche attraverso l’esame della documentazione prodotta. E sono arrivati, dunque, i primi punti fermi tra revoche definitive dei contributi e riammissioni per chi ha potuto dimostrare la regolarità della propria posizione.
Dopo aver messo in freezer i contributi delle circa cento famiglie finite nel mirino per anomalie e criticità riscontrate rispetto ai contributi di autonoma sistemazione per il terremoto, con tanto di comunicazione da parte dell’Arengo, gli uffici comunali preposti hanno lavorato a testa bassa, comunque, mettendosi a disposizione dei cittadini chiamati a chiarire la propria posizione. E proprio i presunti furbetti o, comunque, tutti coloro per i quali sono emersi dubbi, sono stati chiamati ad un confronto o, comunque, a fornire idonea documentazione a supporto delle richieste di contributo per l’autonoma sistemazione. Un lavoro che, come detto, è ora arrivato alla verifica di circa la metà dei cento nuclei familiari che, dopo i controlli a tappeto dell’Arengo in collaborazione con vigili urbani e guardia di finanza, si sono ritrovati con l’erogazione sospesa a causa di quanto emerso. Ebbene, proprio in virtù di questa prima tranche di controverifiche, si è arrivati a individuare anche le prime posizioni per le quali, a fronte di elementi inequivocabili, è stata disposta la revoca definitiva del contributo. E, quindi, per loro scatterà automaticamente la richiesta di restituzione delle somme finora indebitamente percepite, considerando tra l’altro che in qualche caso si parla di oltre 10-12 mila euro e che si farà ricorso ad un rimborso rateizzato. Tra l’altro, qualcuno in buona fede ha subito dichiarato la propria disponibilità a restituire tutto. Tra i cittadini finiti del mirino, c’è chi magari ha pensato di crearsi un mini-stipendio alternativo grazie proprio agli effetti delle scosse telluriche, chi ha studiato a tavolino la strategia per ottenere il massimo da una casa inagibile che, magari, non era quella in cui si abitava e anche chi, incurante di tutto, è rimasto tranquillamente in casa nonostante un’ordinanza di evacuazione.
Al contrario, qualcuno dei cittadini chiamati a giustificare le anomalie emerse proprio nella prima fase dei controlli è stato, invece, riammesso tra i beneficiari dei Cas e, quindi, ora vedrà riprendere l’erogazione dei contributi previsti. In ogni caso, mentre il lavoro dell’Arengo prosegue proprio per arrivare a completare il quadro di coloro che hanno provato indebitamente ad approfittare dei contributi post terremoto, va considerato che proprio i controlli a tappeto disposti dagli uffici comunali con l’emersione di queste circa cento posizioni anomale hanno avuto anche un effetto deterrente nei confronti di tutti i successivi richiedenti i Cas e degli ulteriori potenziali furbetti che avrebbero magari voluto approfittare della situazione.