Chi vuole demolire il proprio edificio in centro, per ricostruirlo, faccia un passo avanti. Adesso diventa ufficialie l’invito dell’Arengo ai privati ad usufruire della possibilità di ricostruire da zero, facciata esterna a parte, i palazzi del secondo dopoguerra che si trovano nel cuore della città. E arriva attraverso l’avviso per le manifestazioni d’interesse che dovranno essere presentate entro e non oltre il prossimo 29 novembre (ovvero entro 90 giorni dalla pubblicazione dell’avviso). Arriva il momento, quindi, di capire chi vorrà approfittare dell’opportunità concessa dall’Amministrazione comunale anche a seguito degli effetti del terremoto, per ricostruire totalmente quegli edifici del ventesimo secolo che non siano ritenuti significativi per il contesto urbano. Un modo per ripartire dall’impatto negativo del sisma andando a cogliere l’opportunità di andare a rigenerare quegli edifici del centro che abbiano certe caratteristiche e possano tornare anche ad avere una valorizzazione anche sul mercato.
Si apre ufficialmente uno scenario nuovo per la riqualificazione del centro storico, approfittando anche delle necessità di intervenire dettata dal terremoto e le sue conseguenze. Per quanto attiene alla possibilità di sottoporre a interventi di demolizione e ricostruzione gli edifici del secondo dopoguerra, con la mera conservazione della loro sagoma esterna, la giunta comunale, nell’approvazione della variante al Piano particolareggiato del centro storico ha definito la scelta una opportunità per edifici con materiali già sottoposti a svariati terremoti, realizzati anteriormente all’entrata in vigore di norme per le costruzioni in zona sismica, sul risparmio energetico, sull’impiantistica, sull’abbattimento delle barriere architettoniche, possano «essere sostituiti da nuovi organismi edilizi che invece tali norme rispettano appieno, realizzati con materiali assai più “performanti” di quelli dell’organismo edilizio originario». Ciò sarà consentito col mantenimento delle attuali distanze dai confini e dagli altri fabbricati, in base alla situazione preesistente.
Saranno consentite inoltre, previo assenso della Soprintendenza, anche modifiche interne, rispetto allo stato attuale, in particolare riguardo: modifiche delle altezze utili, anche con realizzazione di nuovi soppalchi o piani in più, se compatibili col mantenimento della sagoma esterna; previsione di nuovi piani interrati, destinabili, in particolare a parcheggi, a usi commerciali, direzionali e artigianali di servizio se direttamente collegati con unità immobiliari ai piani terra di medesima destinazione, nuovi bagni o punti acqua e locali di servizio in genere, sottotetti calpestabili ma non abitabili da ricavare all’interno della sagoma esistente come locali di deposito o servizio, compresi lavatoi – stenditoi e servizi igienici. Si tratta di possibili modifiche, ovviamente nel rispetto dei parametri previsti, che potrebbero anche contribuire ad un ripopolamento del centro storico.
Tutte le domande che da ora fino al 29 novembre prossimo verranno presentate all’Arengo dai proprietari di immobili saranno sottoposte a parere della Soprintendenza che avrà valore vincolante. I requisiti per poter presentare l’istanza sono l’essere possessore di unità immobiliari ubicate nel centro storico di Ascoli in edifici con le caratteristiche già delineate, ovvero costruiti nel secondo dopoguerra e non rilevanti per il contesto urbanistico del centro.