Servirà un ultimo intervento, per garantire la massima sicurezza, sul versante che si affaccia su via Mameli, a Porta Romana, per integrare i lavori effettuati dopo che proprio le potenziali frane avevano costretto l’Arengo ad evacuare due palazzine nella zona, con 12 famiglie che erano state costrette a trasferirsi in strutture ricettive per poi rientrare a casa a distanza di mesi. Due gli stralci eseguiti per consentire di sistemare la situazione della zona e tranquillizzare i residenti, dopo il riaprirsi di una ferita – quella del rischio frane e smottamenti – dovuta anche all’effetto terremoto abbinato al maltempo. Interventi che hanno garantito il ritorno alla normalità.
Ma adesso, a seguito dei sopralluoghi successivi a quei primi interventi, se sono arrivate conferme positive per quel che riguarda tutti gli aspetti relativi alla stabilizzazione della situazione, si è comunque riscontrata – come emerge dalla relazione dei tecnici – la presenza di «una serie di piccole emergenze idriche superficiali che hanno generato allentamenti e disarticolazione della parte corticale del versante». Nessun allarmismo e tutto sotto controllo, ma ora si ritiene di dover andare ad eliminare ogni potenziale rischio in maniera definitiva con un nuovo intervento su quella parte del versante dove sono risultate queste ulteriori piccole criticità. Ed ecco che l’Arengo ha quindi deciso di affidare al geologo Andrea Cavucci, – che ha già sapientemente seguito tutta la prima fase – in collaborazione con lo studio Trend Project, la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di completamento della messa in sicurezza e del monitoraggio del dissesto franoso sul versante collinare a sud di via Mameli.
Come detto, a conclusione dei lavori precedenti e nei periodi successivi, il geologo Cavucci (progettista) e l’ingegner Paradisi (direttore dei lavori) hanno eseguito diversi sopralluoghi sull’area di intervento, soprattutto dopo eventi meteorici di notevole durata e intensità, ed hanno rilevato, innanzitutto, che le opere di regimentazione idraulica eseguite «sono in grado di garantire il drenaggio e lo smaltimento delle acque ed il rimodellamento e la posa in opera della geogriglia hanno stabilizzato la porzione di versante in frana. Anche il piano di monitoraggio programmato ha evidenziato che non risultano spostamenti della coltre colluviale nell’intervallo di tempo di circa 5 mesi». Ma sono emerse quelle criticità, seppur marginali, che ora richiedono di tornare a intervenire nella zona per un completamento della messa in sicurezza. Nella relazione dei tecnici, infatti, si legge che «tuttavia, a monte del terzo gradone, , si sono manifestate una serie di piccole emergenze idriche superficiali che hanno generato allentamenti e disarticolazione della parte corticale del versante, causati dalla variazione di permeabilità sulla coltre dovuta ai lavori di movimento terra per la realizzazione delle opere stesse. A conferma di tale ipotesi e allo scopo di valutare con esattezza lo spessore della coltre interessata da fenomeni di infiltrazione, è stata eseguita una campagna geofisica costituita da indagini geoelettriche». Da qui la decisione dell’Amministrazione comunale di andare subito ad affidare l’incarico di predisporre la progettazione esecutiva per il completamento della messa in sicurezza e del consolidamento del versante di via Mameli per garantire la massima tutela, per chi abita nella zona, anche per il futuro.