Un ascolano di 50 anni, dirigente della Regione Marche è accusato di falso e abuso d’ufficio perchè secondo gli inquirenti, per l’erogazione di un contributo comunitario ad una azienda ortofrutticola dell’anconetano quando l’azienda stessa non aveva più motivo per ricevere il finanziamento. Il dipendente della Regione Marche, pertanto, in qualità di responsabile del procedimento è stato rinviato a giudizio. Stando alla ricostruzione dei fatti effettuata dagli investigatori, la vicenda risale al 2004 quando una azienda ortofrutticola con un stabilimento nell’anconetano fa richiesta per la concessione di un contributo di poco inferiore al milione di euro nell’ambito dei Psr della Regione Marche. Dopo due anni, nel 2006, l’azienda, a seguito della grave crisi economica, quando ancora l’iter della domanda di contributi non era ancora conclusa, decide di chiudere lo stabilimento nelle Marche con il conseguente licenziamento di tutti dipendenti e manifestando anche l’intenzione di abbandonare gli investimenti previsti nel progetto con il quale si aveva avuto accesso al bando. A questo punto, dunque, secondo quanto sostenuto dalla Procura, la società avrebbe dovuto rinunciare ai finanziamenti e restituire i contributi ottenuti a titolo di anticipazioni Nel 2007, poi, un’altra azienda del settore acquisisce lo stabilimento in provincia di Ancona per realizzare un altro progetto industriale e a sua volta presenta alla Regione Marche un’altra domanda di contributi. Nel 2008, però, la Regione Marche eroga alla prima zienda un contributo di oltre 460mila euro pur non avendone più titolo in quanto la società aveva già dismesso lo stabilimento anconetano mentre l’altra impresa, qualle che era subentrata in secondo momento, non ne aveva diritto avendo presentata una propria domanda per il finanziamento di un altro progetto. Per la Procura, dunque, il comportamento del dirigente avrebbe procurato un indebito profitto e per questo motivo ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio.