L’occasione persa diventa ora una importante opportunità, sia dal punto di vista culturale che da quello del ritorno economico per il territorio piceno. E tutto grazie ad un’intuizione e alla concretezza del presidente della Fondazione Carisap, Angelo Davide Galeati, che ha deciso di riprendere e strutturare il progetto artistico legato alle opere di Tullio Pericoli fino a trasformarlo in una mostra di grande attrattività, sotto tutti i punti di vista. Proprio per questo traspare grande soddisfazione, durante la presentazione ufficiale, nelle parole del presidente Galeati, per questa iniziativa di grande spessore che nasce con il suo “imprinting”. Una scelta voluta e portata fino in fondo con tenacia, per un’esposizione di rilievo che si inaugurerà ad Ascoli, a Palazzo dei Capitani, il prossimo 21 marzo per poi aprire al pubblico il giorno successivo. La conclusione è prevista per il 2 maggio, ma si sta lavorando per una proroga fino al 2020. La mostra “Forme del paesaggio 1970-2018”, curata da Claudio Cerritelli, sarà realizzata grazie al sostegno della Fondazione anche dal punto di vista economico (il costo complessivo è di 225 mila euro).
“‘Questo progetto, per me – esordisce Galeati aprendo la conferenza di presentazione – è il primo di cui sento la paternità. Si tratta di un progetto importante che ho voluto riprendere personalmente con l’aiuto del consiglio di amministrazione della Fondazione e delle istituzioni. E’ un modo per celebrare un artista famoso a cui il territorio ascolano ha dato i natali. Una parte del budget è stata destinata alla comunicazione dell’evento a livello nazionale e quindi ciò porterà un indotto importante di cui Ascoli potrà beneficiare, oltre ovviamente alle suggestioni che la mostra ci darà dal punto di vista artistico”.
Poi le parole del professor Papetti: “La mostra abbraccia quasi 50 anni dell’attività di Pericoli e testimonia quanto il paesaggio sia cambiato. Le prime opere, che risalgono agli anni settanta, rappresentano il paesaggio come magma dinamico, come qualcosa che si muove in un’opera d’arte che è quasi in rilievo. Poi, gli ultimi paesaggi sono raffigurati dall’alto, con elementi che emergono e che si muovono, andando oltre la visione tradizionale”.
“La mostra – sottolinea poi l’artista, Tullio Pericoli, nel prendere la parola – conterrà circa 160-165 opere che partono da molto lontano. Ho recuperato quadri degli anni settanta che tenevo in cantina e mi sono accorto che c’era una strana vicinanza con le opere più recenti. E’ una mostra che rappresenta tutto il mio lavoro sul tema paesaggio, prima scavando per capire cosa c’è sotto per poi arrivare sopra e volare… E’ un po’ un entrare nel paesaggio per capire cos’è e come si è creato”.
Un’esposizione in cui immergersi andando indietro nel tempo: nella prima sala saranno esposte le opere più recenti, partendo da quelle che hanno a che fare col terremoto, con un senso di “svuotamento” sia materiale che interiore dei paesi colpiti. Poi, andando avanti, si arriva passo dopo passo alle opere degli anni settanta. Il catalogo della mostra è pubblicato da Quodlibet.
Infine, il ringraziamento del sindaco Castelli: “Siamo grati alla Fondazione e a Galeati per questo dono al territorio. Una mostra che rende omaggio al maestro Pericoli e rappresenta un evento straordinario a dieci anni di distanza da Sedendo e mirando”.