Terremoto e contributi, l’Arengo continua i controlli anti-furbetti. Diverse segnalazioni

I furbetti del terremoto saranno ancora sotto controllo. Se da una parte, infatti, la Procura sta visionando ed esaminando tutta la documentazione fornita dall’Arengo per i 75 casi sospetti segnalati, dall’altra gli uffici comunali e i vigili urbani continuano a tappeto i controlli su chi percepisce i contributi di autonoma sistemazione a seguito dell’inagibilità dell’abitazione. Controlli che in diversi casi scaturiscono ancora da segnalazioni di altri cittadini riguardo, ad esempio, appartamenti indicati come abitazione temporanea di qualche beneficiario del Cas che, in realtà, non verrebbero utilizzati. In altre parole, figurerebbero come abitazione fittizia. Così come c’è chi segnala casi di qualcuno che continuerebbe ad abitare all’interno della casa inagibile. E da qui partono poi i meticolosi controlli da parte della polizia municipale in stretto raccordo con gli uffici dell’ente che si occupano di tutto l’aspetto legato ai Cas, sotto il coordinamento del dirigente Paolo Ciccarelli. In tutto questo scenario, ci sono molte delle 75 persone che hanno avuto la revoca del contributo che stanno già restituendo i contributi percepiti e non dovuti. Restituzione per la quale l’Arengo, al fine di andare incontro alle famiglie che hanno ammesso l’errore, ha concesso una rateizzazione. Tre persone, invece, hanno deciso di ricorrere al Tribunale per richiedere l’annullamento della revoca e la riattivazione del Cas.

 

Alla luce del lavoro svolto nella prima fase, con l’individuazione di circa 100 casi sospetti (dei quali poi 75 sono finiti nel mirino con documentazione inviata a Guardia di finanza e Procura), l’Arengo continua ancora le verifiche relative alle famiglie che percepiscono i contributi di autonoma sistemazione per il terremoto, considerando che ci sono state e continuano ad esserci anche nuove richieste. In tal senso, oltre a controlli a campione, i vigili urbani si muovono tutt’ora anche sulla base di segnalazioni da parte di cittadini di possibili casi anomali. Ad esempio, ci sono “imbeccate” relative a casi in cui il beneficiario del Cas in realtà non abiterebbe nell’alloggio temporaneo indicato al Comune. Altri, invece, hanno segnalato l’utilizzo, da parte sempre di qualcuno che percepisce il contributo, della casa dichiarata inagibile. Si tratta, ovviamente, di indicazioni sulle quali poi uffici comunali e vigili urbani devono muoversi per verificare con attenzione il reale stato di fatto che, se confermato quanto segnalato, potrebbe portare alla revoca dei benefici economici.  Insomma, dopo la prima ondata di casi sospetti, i furbetti continueranno a non dormire sonni tranquilli. Tornando alla situazione relativa ai 75 casi segnalati dall’Arengo alla Procura della Repubblica, con tanto di documentazione, si continua a lavorare su due fronti. Da una parte c’è la Procura che sta vagliando in maniera approfondita i documenti e tutte le situazioni, una per una, anche richiedendo – ove necessario – ulteriori informazioni o riscontri all’Amministrazione comunale. Dall’altra, invece, ci sono proprio gli uffici dell’ente che stanno riscontrando la volontà di molti di coloro ritenuti indebitamente beneficiari di Cas di restituire le somme finora percepite. Ammettendo l’errore, magari in buona fede. In questi casi, l’Arengo proprio per agevolare chi intende restituire i soldi – che in molti casi riguardano somme fino anche a 12.000 euro – ha deciso di concedere delle rateizzazioni, per raggiungere l’obiettivo di recuperare quanto non dovuto.

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