Contributi di sistemazione, possibile stretta su chi era in affitto prima del sisma e sugli hotel

Sarebbero in arrivo importanti modifiche, attraverso una nuova ordinanza della Protezione civile, per i contributi di autonoma sistemazione per il post terremoto. Modifiche che sembrano orientate, sulla base della bozza del provvedimento che a breve dovrebbe essere sottoposta all’attenzione di Comuni e Regione, ad una stretta rispetto alla situazione attuale, con l’obiettivo di finalizzare meglio le risorse. Tra le ipotizzate novità, dopo che comunque  sarà richiesta una autocerficazione dei requisiti per chi percepisce il Cas, si preannuncia un giro di vite per quel che riguarda in particolare su chi abitava, prima del sisma, in una casa in affitto: tutti quelli che sono sfollati dalla casa in affitto, a meno che non dimostrino di aver perduto il reddito, o rientrino nella stessa abitazione una volta riparata, perderanno il contributo. Così come dopo il 30 aprile solo chi è in attesa di una casetta Sae o una casa popolare potrà restare negli alberghi.

 

Come detto, una riduzione dei percettori del contributo di autonoma sistemazione è prevista per quelle persone delle zone colpite dal terremoto che prima delle scosse telluriche abitavano in una casa in affitto. Per continuare ad avere il Cas sarà necessario produrre, insieme alla dichiarazione prevista, la certificazione che il proprietario abbia presentato la domanda di ricostruzione nei termini e che sia disposto a proseguire l’affitto alle medesime condizioni una volta riparata la casa. Negli altri casi, il contributo verrà tagliato. A tutti coloro che beneficiano del Cas ma hanno trovato un’altra sistemazione in affitto, verrà erogato un contributo pari alla differenza tra il canone di locazione pagato nella nuova casa e quello vecchio. Ovvero, la differenza tra il canone precedente e quello attuale, fino ad un massimo di 600 euro mensili. Il Cas, invece, dovrebbe essere dimezzato, per chi era in affitto prima del terremoto e poi si è spostato in una casa in comodato gratuito. Il contributo dovrebbe continuare ad essere garantito agli studenti universitari residenti nella misura massima di 300 euro mensili.

 

L’ordinanza prevedrebbe anche l’esclusione dal Cas per chi è proprietario di una seconda casa “idonea all’uso per il nucleo familiare” non affittata o concessa in comodato nello stesso comune o in un comune confinante. Chi possiede una seconda casa, o anche un b&b, dove si è trasferito, dovrà dunque rinunciare al contributo di autonoma sistemazione. E chi ha una casa con un danno lieve riceverà il Cas per un periodo massimo di 10 mesi dal momento di approvazione del progetto di riparazione.

 

Dovrebbe arrivare, con la nuova ordinanza, anche il termine della permanenza in alberghi e altre strutture ricettive per molti sfollati: si tratta del 30 aprile. Tutti dovranno presentare la dichiarazione di attestazione dei requisiti, ma dal primo maggio, a quanto si ipotizza, potranno rimanere negli hotel e nei b&b soltanto coloro che sono in attesa di una casetta Sae o di una casa popolare.

 

 

 

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