Una lettera è stata inviata proprio nei giorni scorsi, con un messaggio inequivocabile: “Ascoli vuole ad essere candidata al riconoscimento Unesco, con piazza del Popolo e anche con l’oliva ascolana». Il mittente è il sindaco, Marco Fioravanti, che ha deciso di caldeggiare nuovamente il capoluogo piceno per spingerlo verso il lungo ma affascinante percorso che dovrebbe portare al riconoscimento come patrimonio dell’Umanità. «Proprio questa settimana – dichiara il primo cittadino – ho inviato una lettera per sollecitare la candidatura ascolana alla commissione italiana dell’Unesco, con due punti di forza: piazza del Popolo e la nostra oliva ripiena Dop che rappresenta un patrimonio importante dal punto di vista enogastronomico. Un discorso che dobbiamo portare avanti per 365 giorni all’anno, con un percorso che arrivi pure nelle scuole». E se l’ipotesi di piazza del Popolo prende corpo anche dopo la proposta avanzata nelle scorse settimane dal Movimento 5 stelle ascolano (con la richiesta di una collaborazione e condivisione da parte di tutte le forze politiche, per quel che riguarda la candidatura attraverso l’oliva, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, si tratta di una scelta che proprio il sindaco Fioravanti ha deciso di fare, trattandosi di una delle principali eccellenze del territorio. Un doppio percorso, dunque, per spingere Ascoli lungo il difficile iter che conduce al riconoscimento Unesco.
La sfida per candidare Ascoli a patrimonio dell’Umanità è sempre più difficile, ma la città sembra comunque in grado di potersi giocare le proprie carte. Per entrare nella “tentative list” italiana, ovvero nella lista delle città candidate al riconoscimento Unesco, occorrerà presentare la domanda per l’ammissione, nel caso specifico candidando la propria piazza principale, nella lista propositiva (o “tentative list”) italiana. Una volta accolta la domanda, deve essere presentata la documentazione completa, con un dossier di presentazione, che deve essere esaminato e approvato per l’iscrizione definitiva nella lista. La proposta deve essere presentata dall’Amministrazione comunale. E’ chiaro, poi, che in caso di inserimento nella lista, solo due città italiane potranno essere scelte ogni anno. In realtà, Ascoli era già stata inserita nella lista, su interessamento del ministro Biasini, nel 1982, insieme ad Urbino (che nel 1988 fu riconosciuta patrimonio dell’Umanità). Ascoli, invece, rimase nella lista senza ulteriori sviluppi perché per circa 10 anni il discorso fu trascurato a livello locale. Nuova candidatura, quella predisposta nel 2003, quando per ottenere il prestigioso riconoscimento ci si basò essenzialmente sul centro storico ascolano. Il percorso, però, dopo anni di rallentamenti e poi di silenzi, fu dirottato in corsa verso Ascoli come città del travertino. E questo, dopo un lungo lavoro, portò anche alla stampa di un ricco dossier poi presentato nel 2014. Ma senza esito. Adesso, dopo anche un segnale di approvazione da parte del ministro Bonisoli sollecitato da Massimo Tamburri e altri esponenti ascolani di M5s.