La Fondazione Carisap segna la svolta, raccoglie le idee della comunità e si dichiara pronta a co-progettare insieme a tutte le componenti gli investimenti per il rilancio del territorio. Ed il segnale arriva proprio dai volti della gente comune che campeggiano sui poster 6 metri per 3 che hanno invaso città e tutto il territorio. Una svolta voluta dalla Fondazione Carisap, sotto la guida del presidente Angelo Davide Galeati, per calibrare gli investimenti milionari all’interno del Piano pluriennale 2020-2022 che verrà approvato entro il prossimo 31 ottobre, nel segno della massima partecipazione. Tutto ciò coinvolgendo opinion leaders, associazioni e realtà del Terzo settore, imprese, pubbliche amministrazioni e, come detto, ogni cittadino pronto a collaborare. Un percorso innovativo che è partito da incontri pubblici, tavoli di lavoro e proposte inviate anche con un click “on line”, per arrivare alla novità assoluta della co-progettazione: tutti insieme, Fondazione inclusa, per passare dalle ipotesi alla loro realizzazione. Con l’obiettivo di rendere più efficaci e mirati gli interventi necessari al territorio, per investire e non sperperare. E dopo i primi passaggi di questo percorso, il presidente Galeati si dichiara soddisfatto e orgoglioso della risposta arrivata dalla comunità.
«Vedere la presenza di oltre 200 persone all’incontro aperto ai cittadini sul Piano pluriennale – sottolinea Galeati – non può che gratificarci per la scelta fatta. E’ stato un segnale importante, cui si sono poi affiancati i partecipati tavoli di lavoro e anche le proposte che ci stanno inviando attraverso il sito».
Presidente, il claim della vostra campagna recita “Ricominciamo da tre, ricominciamo da te”. Qual è il messaggio che avete voluto mandare al territorio?
«Ricominciamo da tre perché una delle novità sta nel fatto che la Fondazione vuole porsi al centro di un rapporto proficuo tra Terzo settore, amministrazioni pubbliche e imprese, svolgendo il ruolo di catalizzatore di energie per calibrare i progetti migliori, su misura per le esigenze del territorio. Il ‘ricominciamo da te’, è chiaro: si riferisce al coinvolgimento diretto di ciascun cittadino. L’altra parola chiave, inoltre, è co-progettazione. Perché per la prima volta tutte le componenti, Fondazione in primis, saranno chiamate a progettare insieme le iniziative da mettere in campo».
Come è stato recepito questo nuovo approccio per la costruzione del Piano di investimenti?
«I cittadini, come conferma la grande partecipazione, hanno apprezzato moltissimo e stanno collaborando attivamente. Le associazioni del Terzo settore, inizialmente, hanno recepito la novità con maggiore cautela ma sono state ampiamente rassicurate: restano, a tutto tondo, il perno di tutto il sistema, perché dobbiamo insistere sull’attività propulsiva del welfare privato che è fondamentale».
Gli investimenti da calibrare riguarderanno sanità, cultura, sociale, ma anche, per la prima volta, lo sviluppo di un nuovo modello economico. Un’altra novità…
«Certo. Per la prima volta abbiamo pensato ad un focus sullo sviluppo economico. Un asse importante che deve passare attraverso la generazione di politiche comuni per lo sviluppo del territorio. Una scelta di questo tipo rappresenta un passaggio fondamentale per il rilancio dell’economia locale e per una nuova chiave di lettura, evitando di sperperare soldi e mettendo a fuoco il più possibile gli interventi realmente utili, necessari. Se si vuole avere un impatto importante, occorre concentrare le risorse su progetti specifici».