Domenica, in occasione di Ascoli-Frosinone, sarà osservato un minuto di raccoglimento prima del fischio di inizio della gara per commemorare la scomparsa dell’indimenticato Pietro Anastasi, scomparso la scorsa settimana all’età di 71 anni , dopo una grave malattia riscontrata alla fine del 2018.
Anastasi è stato uno dei migliori attaccanti italiani degli anni ’70. Giocò nel Varese, Juventus, Inter , Ascoli e Lugano. Fu centravanti della nazionale italiana dal 1968 al 1975 con 25 presenze e 8 gol. Con la maglia azzurra vinse il campionato europeo del 1968.
Arrivò nell’Ascoli nell’estate del 1978 dove disputò i migliori campionati della storia bianconera. Anastasi tornò dopo due lustri in provincia passando all’Ascoli, nell’ambito dell’operazione che portò Pasinato in Lombardia all’Inter e lo stesso Pietruzzu, con Gasparini,Trevisanello e Ambu nelle Marche. Con i bianconeri del presidentissimo Costantino Rozzi militò in Serie A per altre tre stagioni, segnando 9 gol, e perdendo il posto da titolare solamente nell’ultima complice anche un serio infortunio che lo tenne lontano dai campi per cinque mesi. L’annata migliore si rivelò la seconda, 1979/80, quando con 25 presenze e 5 centri contribuì al sorprendente quarto posto in campionato— il migliore piazzamento della loro storia — degli ascolani di Giovan Battista Fabbri, il quale schierò il catanese come seconda punta, alternandolo a Pircher, a supporto del giovane Iorio; fu inoltre il torneo in cui Anastasi festeggiò il traguardo della centesima rete in massima serie, realizzata il 30 dicembre 1979 a Torino, proprio alla sua Juventus, aprendo le marcature nel successo marchigiano per 3-2: «dopo otto minuti batto Zoff con un colpo di testa e tutto il Comunale mi applaude. Come se non fossi mai andato via». La sua militanza ad Ascoli Piceno coincise con quello che fu, a posteriori, il maggiore periodo di gloria della provinciale bianconera, grazie anche a due prestigiosi trionfi arrivati nei primi anni 1980: la vittoria nel Torneo di Capodanno del 1981, durante la sosta di calendario dettata dalla partecipazione azzurra al Mundialito, in cui i marchigiani primeggiarono superando in finale ancora l’ex squadra di Anastasi, la Juventus, era stata preceduta dal successo nella Red Leaf Cup, organizzata in terra canadese nel 1980 e vinta contro quotati rivali quali Botafogo, Nancy e Rangers; si trattò, in questo ultimo caso, del primo, storico trionfo internazionale per la formazione del Picchio.