Con l’incremento dei cantieri in città, molti dei quali per la ricostruzione post sisma, l’incubo amianto sembra ormai onnipresente. Spunta un po’ ovunque, non risparmiando edifici pubblici e privati, capannoni, impianti sportivi, incluse frazioni e discariche a cielo aperto. Il fenomeno sembra crescere a vista d’occhio, a macchia di leopardo, man mano che si interviene con lavori di sistemazione, di manutenzione, di messa in sicurezza e ovviamente anche in moltissimi cantieri per il post terremoto. Ad un conto sommario delle ordinanze diramate proprio per la rimozione della sostanza nociva riscontrata in vari immobili, anche con funzioni rilevanti come quelli del Tribunale e della Provincia, siamo ormai intorno ad un centinaio negli ultimi tre anni. Numeri destinati a salire proprio man mano che si va avanti con i circa 1900 edifici inagibili da sanare. E si scopre, giorno dopo giorno, la convivenza per decenni, della città, con quello che era un materiale sistematicamente utilizzato, in passato, nel settore edilizio: il cemento amianto di cui solo successivamente si sono riscontrate le potenzialità nocive per la salute. Il fenomeno dell’amianto presente in città è in continuo aggiornamento. Come dimostrano il susseguirsi di casi anche negli ultimi giorni. E’ delle ultime ore, ad esempio, un’ordinanza relativa a lavori necessari, nella zona di Vallevenere per la rimozione della sostanza a rischio, con interventi previsti tra lunedì prossimo e venerdì 21 febbraio e necessarie modifiche alla viabilità, in quei giorni, con transito a senso alternato dalle ore 7 alle 20 e divieto di sosta nella zona. Un caso che segue quelli della rimozione di amianto nel corso dei lavori per la riqualificazione della palestra di atletica pesante, nella zona di via De Dominicis, e quello individuato sulla copertura dell’ex Distretto miliare, in corso Mazzini, per quel che riguarda la parte di proprietà demaniale, con l’avvio di un intervento di rimozione che richiede anche modifiche alla circolazione stradale e alla sosta, per motivi di sicurezza, presumibilmente fino al prossimo 5 marzo. Questo anche vista la delicatezza dell’intervento per la rimozione di materiale che va rimosso e smaltito con procedure ben precise. La presenza di amianto, in città, sembra ormai dietro ogni angolo. Anche in zone ad alta densità di popolazione, in pieno centro abitato e in strutture ad alta frequentazione. E andando un po’ a ritroso a testimoniarlo ci sono quasi un centinaio di ordinanze comunali proprio per intimare la rimozione delle sostanze nocive riscontrate in molte situazioni. Ordinanze che hanno riguardato strutture pubbliche o comunque posti ad alta frequentazione come il palazzo di giustizia (con il problema relativo agli archivi), la sede della Provincia, l’ex Mazzoni (oggi divenuto Polo universitario), la struttura del circolo tennis Morelli, la palestra di via De Dominicis, l’ex caserma Vellei, l’ex Carbon (con tanto di procedure speciali e chiusura della zona), la scuola di Tofare, ma anche il parcheggio di San Pietro in castello durante i lavori, il Centro per l’impiego, diversi capannoni industriali ed agricoli. Senza dimenticare anche il materiale in cemento amianto troppo spesso abbandonato a cielo aperto lungo qualche strada più periferica della città.