di Luca Marcolini
Siamo tutti potenziali killer. E’ questo, nudo e crudo, il vero motivo che deve tenerci incollati in casa in questo periodo tra i più bui della storia del mondo, senza nemmeno farci sfiorare dal pensiero di uscire fuori a fare un giro che non sia strettamente necessario. Il messaggio, seppur forzato, è proprio questo. Perché ciascuno di noi, ogni volta che esce di casa (a parte chi purtroppo deve farlo per mettersi a disposizione di tutta la collettività in un momento difficile, come medici, infermieri, commessi di supermercati, farmacisti, lavoratori dei servizi essenziali, etc.), rischia in primis di essere contagiato e, soprattutto, di poter trasmettere ad altri questo malefico e sconosciuto virus che ha fatto sbarellare un intero Paese passato nel giro di poco più di un mese dalla guerra all’allarmismo all’allarme generale.
Per tutti coloro che ancora stentano a capirlo, facendosi forza sul concetto di difesa della propria libertà – diritto sacrosanto e sancito in un Paese civile e democratico come l’Italia – per uscire di casa senza un valido motivo, chiariamo ancora meglio un altro aspetto fondamentale: la libertà è fondamentale, ma non può esserci libertà senza vita. E alla fine, quando non si riesce a comprende il filo sottile che divide il diritto alla libertà da quello alla vita, occorre parlare pane al pane e vino al vino: stavolta la nostra cara libertà, se male usata, può trasformarsi potenzialmente persino in strumento di morte.