C’è una ferita che la città deve ancora sanare, seppure a distanza di 4 anni. Una ferita che si chiama terremoto e che vede ora una fase molto delicata per quello che riguarda l’aspetto del sostegno economico a quelle famiglie che si ritrovano ancora in un’abitazione temporanea (perché quella abituale è tutt’ora inagibile). Parliamo dei contributi di autonoma sistemazione. E adesso, dopo che nello scorso mese di marzo sono state presentate le domande di richiesta per il nuovo contributo rimodulato, con una vera e propria rivoluzione, arriva il momento dei controlli a tappeto su tutte le istanze pervenute a Palazzo Arengo. Considerando che rispetto alle circa 800 famiglie che percepivano il Cas prima delle modifiche sono circa 40 quelle che non hanno ripresentato la domanda, perché rientrate nel frattempo nella loro casa o perché non rientravano nei nuovi parametri previsti. Quindi in questa fase gli uffici delle politiche sociali – sotto il coordinamento dell’assessore Brugni – che si occupano direttamente dei contributi di autonoma sistemazione si trovano ad esaminare nel dettaglio tutte le oltre 750 richieste pervenute proprio per capire quali potranno essere accolte e quali no, individuando anche l’eventuale presenza di qualche furbetto. Così come poi era accaduto nella precedente fase, quando l’Arengo aveva individuato 75 casi ritenuti sospetti e poi segnalati alle autorità preposte. La verifica che l’Amministrazione comunale sta effettuando servirà a capire quante tra le circa 750 famiglie che hanno ripresentato la richiesta di contributi di autonoma sistemazione ne abbiamo realmente diritto alla luce dei nuovi parametri previsti da questo momento in poi. E quindi si potranno sbloccare le nuove erogazioni sulla base dei controlli tra i dati contenuti nelle domande e i criteri da rispettare. Tra le misure modificate, ci sono, ad esempio, quelle che fanno riferimento ai proprietari degli immobili dichiarati inagibili che potranno percepire i contributi solo nel caso in cui stiano provvedendo o provvedano nei termini previsti per accedere ai fondi per la ricostruzione all’avvio dei lavori di riparazione. In altre parole, se un proprietario non abbia provveduto ad avviare la pratica per l’intervento di sistemazione, non potrà continuare a beneficiare dei Cas lasciando inutilizzato e lesionato la propria unità abitativa. Perde il diritto ai Cas anche il proprietario di un altro suo immobile libero nello stesso comune o in un comune confinante dell’edificio in cui viveva dichiarato inagibile.Nel caso, inoltre, in cui per un nucleo familiare si verifichino cambiamenti non connessi con il terremoto, decadrà automaticamente il contributo di autonoma sistemazione. Ad esempio, nel caso di matrimonio o convivenza con altra persona, figlio che decide di andare a vivere per conto proprio, il contributo decade. Per quello che riguarda, invece, chi è comodatario a titolo gratuito di un appartamento senza un contratto scritto, per avere diritto al Cas occorre essere in grado di dimostrare tale condizione. Infine, per chi vedrà revocarsi l’inagibilità dell’abitazione, magari per il completamento degli interventi previsti, il contributo sarà revocato dopo 30 giorni dalla revoca.