Gli avvocati Tommaso Pietropaolo e Luca Filipponi hanno presentato il ricorso al tribunale della libertà di Ancona per chiedere il riesame del provvedimento cautelare in carcere per Leopoldo Wick, l’infermiere di 57 anni in carcere dal 15 giugno scorso con l’accusa di aver provocato la morte di otto ospiti della Rsa di Offida dove lavorava e del tentato omicidio di altre quattro persone. Per i suoi difensori non sussistono i motivi per un simile provvedimento in quanto non c’è il pericolo di fuga e non c’è neppure il pericolo di inquinamento delle prove, tenuto conto che la Procura ha già acquisito in sede di indagine tutti gli indizi contenuti nel corposo fascicolo d’inchiesta nel quale sono racchiuse le analisi di laboratorio, le cartelle cliniche degli anziani ricoverati nella struttura sanitaria, le testimonianze raccolte e persino le intercettazioni ambientali e telefoniche.
Ancor meno c’è la possibilità che Leopoldo Wick possa reiterare il reato poiché i pericoli che l’infermiere possa compiere lo stesso delitto di cui è accusato non sussistono. Contestata anche la decisione del giudice per le indagini preliminari di non ricorrere al braccialetto elettronico in quanto, un simile provvedimento sottintende una autolimitazione da parte dell’indagato, soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni con l’esterno, che a parere del magistrato non era in grado di garantire.
Per la Procura che ha coordinato le indagini svolte dal nucleo investigativo dei carabini di Ascoli comandato dal maggiore Nicola Gismondi, Leopoldo Wick tra il 2017 e il 2019 avrebbe iniettato dosi letali di insulina, anticoagulanti e promazina causando l’omicidio di otto anziani e il tentato omicidio di altri quattro. L’infermiere, dal canto suo, ai suoi difensori che ha incontrato nel carcere di Marino del Tronto, ha ribadito la propria innocenza.