Quando manca ormai pochissimo al suono della prima campanella del nuovo anno scolastico, anche ad Ascoli c’è il rischio di trascinarsi dietro tanti dubbi e interrogativi. L’avvio delle lezioni, previsto in città per lunedì prossimo, riserva ancora una serie di criticità che rischiano di vanificare il gran lavoro svolto in questi giorni da dirigenti e tutto il personale scolastico degli istituti ascolani oltre quello messo in campo anche dall’Arengo e dalla Provincia sul fronte degli interventi sulle strutture. E questo perché mancano ancora tasselli importanti per garantire la massima sicurezza soprattutto dal punto di vista dei protocolli sanitari antivirus. Primo fra tutti, il grosso rebus – come sottolinea la dirigente scolastica dell’Isc Borgo Solestà-Cantalamessa – del certificato medico non obbligatorio per gli studenti che rientreranno in classe dopo una malattia. Una formula che rischia di non poter avere garanzie sul ritorno in aula di eventuali ragazzi positivi rispetto a chi ha avuto una normale influenza.
A segnalare una seria e preoccupante problematica ancora irrisolta – per la quale ci si sta muovendo anche a livello nazionale – a poche ora dal suono della prima campanella, è la dirigente scolastica dell’istituto scolastico comprensivo “Borgo Solestà-Cantalamessa”, Silvia Giorgi. Si tratta di una criticità che crea comunque preoccupazione tra chi si trova a dover gestire, nelle scuole ascolane come in altre città, una serie di protocolli e attività di prevenzione dei rischi molto delicate a cui si aggiunge qualche carenza dal punto di vista normativo. «Siamo molto preoccupati – spiega la Giorgi – per l’aspetto che riguarda la non obbligatorietà dei certificati medici da presentare per quegli studenti che rientrino a scuola anche dopo 5 giorni di assenza. E’ una questione che ci tiene in ansia, considerando che si rischia anche di vanificare tutti gli sforzi che si stanno facendo». «Mancano indicazioni chiare – aggiunge la dirigente scolastica – sui certificati medici di rientro degli alunni. In base alla normativa vigente non sono necessari, neanche dopo 5 giorni di assenza. E questo è paradossale…». Il dubbio è legittimo: cosa potrebbe succedere se un ragazzo rientrasse in classe dopo un’assenza, senza un’attestazione medica, pur essendo positivo al Coronavirus? Come possono i dirigenti scolastici essere certi che chi rientra non sia stato contagiato? Una situazione che va sanata con urgenza.