Chiesa San Pietro MartireLa chiesa di San Pietro Martire riapre finalmente le porte ai fedeli. A stabilirlo è un’ordinanza dell’Arengo con la quale si autorizza l’utilizzo dell’edificio sacro dopo che, nello scorso mese di maggio, era stata dichiarata inaccessibile fino al ripristino delle normali condizioni sicurezza. Il capoluogo recupera così, a conclusione di una serie di lavori di messa in sicurezza (in attesa del futuro intervento definitivo), una delle sue chiese monumentali del centro storico.

 

La chiesa, dunque, a seguito di una specifica ordinanza comunale, torna ad essere fruibile dopo che, a seguito delle indicazioni del Mibact (il Ministero per i beni architettonici e culturali), nel maggio scorso era stata dichiarata inaccessibile con un provvedimento dell’Arengo. In pratica, l’edificio sacro era  rimasto aperto (seppur con alcuni accorgimenti) dopo il terremoto, nonostante una porzione della struttura fosse rimasta danneggiata. Solo il 4 maggio scorso, invece, pervenuta la scheda del Ministero, che dichiarava l’edificio sacro agibile solo dopo aver eseguito di interventi di pronto intervento quali transennamenti, recinzioni, protezioni e consolidamenti localizzati. Quindi ci fu una specifica ordinanza dell’Amministrazione comunale con la quale si dispose l’evacuazione e chiusura della chiesa dichiarandola inaccessibile a chiunque fino al ripristino delle normali condizioni di sicurezza. Nel frattempo, quindi, si è provveduto all’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza previsti dal Mibact. Poi, lo scorso 5 novembre è stata trasmessa a Palazzo Arengo la perizia del tecnico incaricato di verificare lo stato della chiesa, dopo l’effettuazione di alcuni sopralluoghi.

 

Nella perizia tecnica si specifica che «la transennatura della navata laterale destra eseguita con pannelli metallici ancorati alle colonne dell’aula, coperti da teli ombreggianti di tipo pesante, è ritenuta idonea a delimitare l’area potenzialmente pericolosa per la possibile caduta di piccole porzioni di intonaco» e si aggiunge che «la stessa consente l’utilizzo al pubblico della restante porzione dell’immobile in condizioni di sicurezza». Tutto questo considerando anche che «l’intervento effettuato non inficia la lettura delle lesioni causate dal sisma e, fermo restando che non sono stati effettuati lavori di ripristino definitivo del danno, gli stessi saranno oggetto di successiva apposita progettazione con conseguente richiesta del contributo per la ricostruzione». Ecco, dunque, ora la nuova ordinanza dell’Arengo con la quale si revoca il precedente provvedimento e si consente nuovamente l’accesso della chiesa e il suo utilizzo per le celebrazioni in attesa del futuro intervento di eliminazione definitiva dei danni causati dal terremoto.

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