Dopo l’emergenza, ora si attendono le squadre tecniche speciali inviate da Protezione civile e Soprintendenza
Proprio per la particolare procedura differenziata rispetto ai normali sopralluoghi, la questione dei beni storico-culturali di proprietà dell’Arengo lascia ancora dei punti interrogativi in attesa di risposte. Come conferma il fatto che gli stessi uffici tecnici comunali abbiano richiesto, non appena sarà possibile, l’arrivo delle squadre specializzate per verificare lo stato degli immobili di pregio con priorità per quegli edifici già individuati proprio dagli esperti dell’Arengo alla luce di primi riscontri. E, dunque, si dovrà procedere ai controlli su tutta quella parte del patrimonio culturale comunale seguendo un ordine indicato proprio dai tecnici comunali in ragione delle possibili necessità di intervento in maniera più urgente per le lesioni riportate. Per fare esempi concreti, bisognerà anche approfondire quei sopralluoghi già effettuati dal Comune ma in maniera sommaria, nella prima fase di individuazioni delle emergenze più importanti, come accaduto per la torre di Santa Maria Intervineas, laddove c’è stata una verifica esterna, ma si attende un sopralluogo interno con i tecnici specializzati e preposti a compilare la relativa scheda. Stessa cosa riguarderà anche le chiese di proprietà comunale, anche nei casi – come la chiesa di S.Maria della Scopa – dove si è inizialmente proceduto ad una chiusura precauzionale.
Dopo la fase dell’urgente messa in sicurezza di alcuni edifici pubblici e l’avvio dei sopralluoghi e le prime dichiarazioni di inagibilità per gli edifici privati, arriva, quindi, il momento anche per l’Arengo di aprire la pagina della salvaguardia dei beni storico-culturali che, comunque, si presenta con procedure a parte e tempi più lunghi. Ad aprire la fase di secondo livello, in questo senso, è stato proprio il Ministero per i beni e le attività culturali, con una apposita struttura, all’interno della Dicomac (Direzione di comando e controllo (Dicomac), che ha il ruolo di monitorare e supportare le attività avviate dai Centri di coordinamento regionale. Adesso le procedure riguarderanno quei beni vincolati o di interesse culturale che risultino danneggiati, aldilà della pericolosità o dei rischi per la pubblica incolumità valutati nella prima fase.
Tutte le procedure di verifica dello stato dei beni storico-culturali partono proprio dai del Mibact (e dalle Soprintendenze) sulla base di segnalazioni o riscontri diretti degli stessi Comuni e di enti o altra tipologia di proprietari. In tal senso, è stata appositamente attivata l’ Unità di crisi regionale per la verifica dello stato del patrimonio culturale ed il rilevamento di eventuali danni ai beni monumentali. Ora si cerca di stringere i tempi, dunque, anche ad Ascoli le verifiche da parte delle squadre composte da tecnici regionali Mibact ed esperti strutturisti provenienti da Università e Centri della Protezione civile. Ogni giorno, la Dicomac e i Centri di coordinamento regionale riceveranno il report con gli esiti dell’agibilità degli edifici per poi trasmetterne gli esiti di agibilità alle autorità competenti per l’adozione delle misure urgenti a tutela della pubblica incolumità.
Bisognerà anche approfondire quei sopralluoghi già effettuati dal Comune ma in maniera sommaria, nella prima fase di individuazioni delle emergenze più importanti, come accaduto per la torre di Santa Maria Intervineas