Sul fronte dei provvedimenti di revoca e i conseguenti ricorsi alla carta bollata da parte di chi è stato diffidato dal Comune a lasciare un alloggio per una presunta decadenza dei requisiti, ci sono situazioni in cui i procedimenti giudiziari si prolungano ormai da 6 anni. Come avvenuto ora per un ricorso arrivato addirittura all’attenzione della Cassazione, ovvero al terzo grado di giudizio. Si tratta del caso di un inquilino a cui era stata revocata la casa popolare nel 2015. Nel caso specifico, infatti, c’era stata, dopo il procedimento di decadenza dell’Arengo, la sentenza favorevole all’ente del Tribunale. Ma il diretto interessato aveva presentato ricorso in appello contro il pronunciamento di primo grado. Anche la Corte d’appello, però, nel 2019, aveva respinto il ricorso dando ragione al Comune. Ed ecco ora, con atto notificato all’Arengo proprio in questo inizio dell’anno, la notifica del ricorso alla Cassazione con l’amministrazione comunale che si è dovuta costituire in giudizio. Un caso emblematico che conferma quanto sia difficile poter riuscire a recuperare gli alloggi assegnati con la motivazione della decadenza dei requisiti dell’inquilino. Oltre 6 anni di attesa per gli strascichi giudiziari del provvedimento.
Proprio con l’avvio del 2021 l’Arengo ha deciso di potenziare i controlli per portare a conclusione diversi procedimenti di decadenza già avviati dall’ufficio per le politiche abitative per andare a recuperare almeno una decina di alloggi, mandando via chi non ne avrebbe più diritto.