parrucchieri-650x350-1A fronte della difficile situazione che le imprese di acconciatura ed estetica stanno affrontando la Cna nazionale – settore Benessere – ha attivato un’iniziativa congiunta con Confartigianato e Casartigiani. In particolare è stata appena lanciata una petizione (http://chng.it/kQY4SsphXp) con il duplice obiettivo di coinvolgere cittadini e imprese a sostenere la richiesta al Governo di consentire la riapertura delle nostre attività anche in zona rossa e mettere, conseguentemente, in moto una campagna con un forte impatto comunicativo.

La Cna Picena chiede con forza alle istituzioni regionali e nazionali che le attività di parrucchiere ed estetista siano consentite anche in zona rossa. Balloni, direttore della Cna Picena: “E’ un settore che ha investito in sanificazione e sicurezza, quindi non può continuare a essere penalizzato con il rischio di lasciare pericolosi spazi liberi all’abusivismo incontrollato”.

Intollerabile la disattenzione del Governo nei confronti delle imprese di acconciatura ed estetica – rimarca con forza il neonato gruppo di lavoro eletto in assemblea dalla Cna Picena, e che raccoglie i mestieri artigiani di parrucchiere, estetista e odontotecnico. Le disposizioni contenute relativamente alle zone rosse, che hanno confermato la chiusura dei centri estetici e addirittura revocato l’autorizzazione all’apertura dei saloni di acconciatura, concessa dagli ultimi decreti. Il settore, a tutela di clienti e dipendenti, si è dotato di tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Non è un caso che saloni di acconciatura e centri estetici, in questi mesi, non abbiano rappresentato fonte di contagio. Tali imprese garantiscono, infatti, la massima sicurezza anche per le modalità di svolgimento dell’attività: lavorando su appuntamento, non generano assembramenti.

“Regolari” in affanno e gli abusivi? La chiusura delle attività legali, inoltre, sta provocando – precisa Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – il dilagare dell’abusivismo. Con la rischiosa conseguenza che, proprio a causa degli abusivi che operano indisturbati, senza rispettare alcun tipo di protocollo o misura di sicurezza, il virus possa diffondersi largamente e con rapidità”.

Nel frattempo le imprese regolari stanno facendo i conti con una drammatica situazione finanziaria. Il centro studi della Cna regionale delle Marche ha elaborato dati, relativi al 2020, che non lasciano dubbi della situazione pesantissima che sta vivendo il settore, in tutta Italia e nella nostra provincia. Lo studio mirato per le imprese della provincia Picena parla si un significativo calo del settore acconciatura e di un vero e proprio crollo del settore manicure e annessi.

Le responsabili Cna Benessere e sanità Ascoli Piceno Monica Fagnani e Monia Capriotti, aggiungono: “In questi giorni ci stiamo confrontando costantemente con la categoria per cercare di proporre soluzioni e cercare di far comprendere alle istituzioni che con i protocolli sulla sicurezza già molto rigidi sia i saloni degli acconciatori che i centri estetici operano nella massima regolarità e correttezza ed essere chiusi nei giorni antecedenti a festività è un grave ed ulteriore danno”.

“Imporre la chiusura delle attività i benessere e sanità – conclude Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – rappresenta una condanna a morte per l’intero settore. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto e la disperazione potrebbe scivolare lungo una china pericolosa. Chiediamo, pertanto, al Governo segnali immediati di attenzione, modificando le modalità per ottenere i contributi a fondo perduto e permettendo ad acconciatori ed estetiste di riprendere la propria attività anche in zona rossa. Vi sono attività che non rientrano nei parametri del decreto sostegno per uno o 2 punti percentuali ed essere chiusi in questa settimana rappresenta un ulteriore mazzata per l’intero settore.”

Le associazioni di categoria a difesa di parrucchieri ed estetiste: “Riaprite le attività, le chiusure alimentano solo l’abusivismo”

Le attività del comparto Benessere sono in forte agitazione e le serrande abbassate in zona rossa stanno complicando una situazione già drammatica. Le associazioni di categoria da tempo denunciano un giro di illegalità che stride con gli ingenti danni economici subiti da chi rispetta la legge. Restando chiuso e pagando così il prezzo più alto.

Per questo Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo e Cna regionale Marche, CnaAscoli Piceno, Cna Macerata, Cna Fermo si fanno megafono delle istanze proposte dai loro segretari regionali, Giorgio Cippitelli (Confartigianato) e Otello Gregorini (CNA). I quali, in una lettera congiunta ai parlamentari marchigiani, al presidente della Regione Francesco Acquaroli e al Prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, hanno presentato una serie di considerazioni sul grave momento vissuto dalla categoria.

Le Associazioni di categoria stanno raccogliendo, ormai da mesi, lo sfogo disperato di un numero sempre più elevato di imprenditrici del settore, stremate dal prolungarsi di una situazione oggettivamente insostenibile. Da più parti prende piede la volontà di organizzare proteste organizzate.

I giudizi sono riportati sul territorio da Daniele Zucchini, Presidente regionale del settore Benessere di Confartigianato, Eleonora D’Angelantonio, Responsabile settore Benessere Confartigianato Imprese Macerata- Ascoli Piceno –Fermo, da Federica Carosi, Responsabile CNA Benessere Macerata, Laura De Simone, Presidente CNA Estetica Ascoli Piceno, e Michela Biancucci, portavoce Acconciatori CNA Fermo.

“Stando chiusi aumenta l’abusivismo – commenta Laura De Simone, presidente del mestiere Estetica per la Cna territoriale di Ascoli Piceno – mettendo a rischio la salute della persona dentro casa che non in un centro estetico dove ci siamo adeguati spendendo ulteriori soldi per gli adeguamenti igienico sanitari, per lavorare tranquilli con la massima professionalità, serietà considerando un aspetto molto importante nel nostro settore, lavorare con i presidi anche prima del covid adesso con una pandemia alziamo all’ennesima potenza l’igiene e la sanificazione. Non mancano neanche a noi le richieste di andare a casa, contravvenendo alle norme, immaginiamo quante richieste di tale genere possano avere quelli che già di base non lavorano stando dentro le regole”.

L’introduzione di nuovi presidi igienico-sanitari, – prosegue la nota congiunta delle associazioni di categoria – però, si è tradotta in costi onerosi per le aziende, che tra gel, igienizzanti o contenitori isolanti si trovano a dover sborsare fra i 500 e 1.000 euro al mese. Tali spese non sono state assorbite da aiuti.

“Per questi oneri non è stato previsto alcun indennizzo – il rammarico -, tanto che gli imprenditori hanno cercato di investire di tasca propria piuttosto che alzare i prezzi dei listini. Le attività di servizio alla persona hanno registrato nel 2020 perdite medie intorno al 25% del fatturato: quindi si vedrebbero escluse addirittura dagli attuali meccanismi di ristoro. Per questo è necessario intervenire con contributi immediati, per coprire i costi fissi e i mancati incassi dovuti al non poter lavorare”.

Le associazioni stanno al contempo assistendo ad un grave fatto, visto che i provvedimenti “hanno favorito una pericolosa e dilagante offerta irregolare. Le chiusure stanno allora andando in direzione opposta: amplificano il rischio piuttosto che diminuirlo”.

Confartigianato e Cna chiedono un intervento forte ed urgente al Ministero competente, capace di invertire la rotta e “introdurre nel prossimo Dpcm un correttivo per consentire lo svolgimento delle attività di acconciatura ed estetica anche in zona rossa: l’attuale limitazione è ingiustificata, non essendoci evidente scientifiche di pericoli. Auspichiamo inoltre un adeguato controllo delle attività, convinti dell’assoluta necessità di un rispetto delle regole che preservi la salute di tutti”.

 

 

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