agricoltore-2-2La ricerca, l’innovazione e il trasferimento delle nuove tecnologie in agricoltura sono temi molto sentiti dai produttori agricoli, in quanto offrono sensibili possibilità di incrementare la redditività e soddisfano appieno la spinta comunitaria verso la riconversione ecologica e una maggiore sostenibilità del settore. È quanto emerso durante i lavori del partecipato webinar “La sfida dell’agricoltura 4.0: dialogo a partire dalla Proposta di Legge sull’uso dei droni in agricoltura”, tenutosi oggi e promosso dalla Copagri Marche attraverso la sua società di servizi, l’Agenzia di Sviluppo Rurale.

L’agricoltura 4.0, la blockchain e l’utilizzo dei droni nel comparto primario sono stati solo alcuni dei temi eviscerati durante l’iniziativa, alla quale hanno offerto il loro autorevole contributo, davanti a una platea virtuale composta perlopiù da agricoltori e addetti ai lavori, diversi rappresentanti delle istituzioni e numerosi esponenti del mondo accademico e della ricerca.

“Nell’ambito del PNRR e delle innovazioni su cui dobbiamo puntare per rendere sempre più sostenibile la nostra agricoltura, ritengo importante intervenire normativamente per assicurare la possibilità di impiegare i droni per la distribuzione di agrofarmaci. Ho presentato più volte un emendamento a riguardo e sono certo che, a breve, troveremo una risoluzione definitiva, magari anche prevedendo incentivi per le imprese. Gli aeromobili a pilotaggio remoto si caratterizzano per la limitata quota di volo, per il ridotto carico utile, per l’elevata precisione di posizionamento e per la possibilità di muoversi anche in spazi ristretti; ciò permetterà una drastica riduzione dell’impronta ecologica dell’uso dei fitofarmaci, con un guadagno economico e ambientale”, ha osservato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella.

“I droni permettono agli agricoltori di risparmiare tempo e lavoro oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, del prodotto finale e della vita, perché l’irrorazione del fitosanitario avviene direttamente sulla coltura evitando dispersione di prodotti nocivi. Non ha senso continuare a impedirne l’uso in nome di una norma emanata quando c’erano a disposizione solo aerei ed elicotteri che, per l’impossibilità di agire a breve distanza, disperdono sostanze. Preso atto che il cropspraying con i droni è veloce e di grande precisione, perché si limita ad irrorare esclusivamente la coltura, ci siamo subito attivati perché innovazione e sostenibilità non siano solo uno slogan, ma un binomio per identificare l’agricoltura del terzo millennio”, ha evidenziato l’onorevole Tullio Patassini, primo firmatario di una PdL per l’utilizzo dei droni in agricoltura.

“La Regione Marche crede molto nell’innovazione e nell’importanza di trasmetterla al comparto agricolo di un territorio che da questo punto di vista è già all’avanguardia; voglio infatti ricordare che le Marche, conosciute anche come la regione delle mille agricolture, è prima in Europa in termini di superfici coltivate a biologico. E’ proprio con questo spirito che abbiamo messo in campo, grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale, l’innovativo progetto S.F.ID.A., che punta molto proprio sull’utilizzo dei droni per lo sviluppo e la crescita del settore primario”, ha poi fatto notare il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni, che ha, fra le altre, anche la delega in materia di agricoltura.

“I produttori agricoli sono pronti a raccogliere la sfida dell’agricoltura 4.0, a partire dall’utilizzo dei droni; è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa della Regione Marche, che ha messo in campo il progetto S.F.ID.A., il quale prevede l’uso dei droni nella gestione delle coltivazioni, con sperimentazione già avviate sugli oliveti, irrorati con prodotti biologici destinati a combattere la mosca dell’ulivo. Inserire questa tecnologia nelle coltivazioni, oltre a ridurre in maniera importante l’impatto ambientale, consente di contenere i costi di produzione, andando al contempo a incrementare la marginalità dell’imprenditore agricolo, che è da sempre uno degli obiettivi primari dell’operato della Copagri”, ha affermato il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini, concludendo i lavori dell’iniziativa.

Agli interventi istituzionali hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti del mondo accademico e della ricerca, per il quale hanno portato il loro contributo Pamela Lattanzi, docente dell’Università degli Studi di Macerata, Antonietta La Terza, docente dell’Università degli Studi di Camerino e Sandro Nardi, del Servizio Fitosanitario Regionale ASSAM Marche.

L’iniziativa, accreditata dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Marche e dal Collegio dei Periti ed Agrotecnici Marchigiani, è stata realizzata grazie al cofinanziamento del PSR Marche 2014-2020 misura 16.1.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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