La Uilp di Ascoli interviene – attraverso un comunicato – per chiedere la riapertura alle visite nelle Rsa (residenze sanitarie per anziani, disabili o con disturbi psichiatrici). “Occorre cambiare le direttive emanate in situazioni di emergenza – scrive la Uilp di Ascoli – e dare nuovi regolamenti che tengano conto del fatto che gli ospiti delle Rsa sono vaccinati e che tamponi e dispositivi di sicurezza sono ripetuti. Quotidianamente siamo subissati da richieste di farci promotori di una iniziativa politica nei confronti della regione sulla riapertura delle RSA. Come Uilp riteniamo che non siano più accettabili le disposizioni della fase d’emergenza tuttora in atto. Queste regole scaricano tutte le responsabilità nelle direzioni delle strutture. Il risultato: le Rsa impediscono, di fatto, ai parenti di far loro visita agli ospiti anziani, disabili o con disturbi psichiatrici. È quindi importante aggiornare i protocolli regionali relativi alla Rsa, anche considerando la campagna di vaccinazione degli over 70 è di fatto terminata. Con un tavolo tecnico regionale si possono affrontare queste problematiche e trovare delle soluzioni equilibrate. Certamente la soluzione adottata lo scorso l’anno, con la chiusura all’esterno è stata quella più adeguata durante la terribile prima ondata. Oggi però, in considerazione dei danni psicologici e fisici generati occorre urgentemente trovare una soluzione. Come? Aggiornando protocolli e direttive della regione in relazione anche alla campagna di vaccinazione in atto. Da oltre un anno le famiglie non possono assistere i loro cari neppure quando sono in fin di vita Come detto la UILP riceve, giornalmente, preoccupanti e accorate richieste di aiuto da parte di familiari che talvolta non riescono neanche ad avere tempestive e puntuali informazioni sulle condizioni di salute dei loro cari ricoverati. Ci sono segnalazioni per situazioni di depressione, disturbi del comportamento, regressioni degli ospiti delle strutture, come possono intuire i parenti nel corso di colloqui telefonici saltuari. Ma l’aspetto di totale impotenza è quello della impossibilità di vedere, assistere, accompagnare un parente negli ultimi giorni di vita. Oggi, con le necessarie attenzioni, con cautela, prudenza, buon senso, e visto che ci sono i dispositivi di protezione individuale e ci sono i vaccini, non è più accettabile che al dolore per la perdita di una persona cara si aggiunga anche lo strazio di non averla potuta vedere negli ultimi mesi. Una persona vaccinata, adeguatamente protetta con i dispositivi, e istruita sui comportamenti da tenere durante la visita, non è un pericolo né per se stessa, né per gli altri. Occorre quindi trovare, con la regione, le modalità di riapertura alle le visite dei parenti nelle Rsa, come sta già avvenendo in alcune strutture sanitarie di altre regioni. Solo così possiamo combattere la solitudine e non perdere la premura e l’affetto che i nostri cari meritano”.