Il Piceno è primo in Italia tra gli 8 progetti vincitori dell’avviso pubblico “Borghi in Festival. Comunità, cultura, impresa per la rigenerazione dei territori”. La Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura ha scelto “Pupun F.F. Festival – Filiere Futuro Festival del Piceno” tra i 643 progetti presentati in tutto il Paese, attribuendo 100 punti su 100, punteggio massimo. Il progetto vede come capofila il Comune di Comunanza, in rete con altri sei comuni del Piceno: Acquasanta Terme, Castignano, Montegallo,
Palmiano, Roccafluvione e Rotella. Il fondamentale supporto di Bim Tronto si unisce a una compagine di partenariato importante: Fondazione Carisap, Symbola, Unicam, Form, Mac e Pop Studio, Appennino Up, Bottega del Terzo Settore, Esco Bim, Opera e Casa Asterione. Il progetto vale 327mila euro, di cui 250mila finanziati dal Ministero e 77mila dal Bim Tronto, Fondazione Carisap ed Esco Bim. “Pupun” non è solo l’antico etimo della popolazione dei piceni a sud delle Marche, Pupun è l’anima salda delle comunità che non si arrendono, rappresenta la volontà di resistere, di reinventare e ricreare un futuro che mette in stretta relazione sette piccoli borghi del cratere sismico situati alle spalle di Ascoli Piceno. “Pupun” è un grido fiero e forte che si vuole lanciare attraverso il Festival, è il “Noi ci siamo” che si lega però con il “Noi facciamo” (e soprattutto “non abbiamo mai smesso di
fare”), malgrado la lentezza del processo di ricostruzione che porta ancora incertezze, fragilità sociale e perdite di popolazione. È per tale motivo che il Festival è stato immediatamente percepito come ben più di un’occasione di visibilità, proprio per la formula proposta dal bando di agganciare la “festa delle comunità” allo “sviluppo delle comunità”. In questa direzione strategica il Festival diviene strumento, detonatore/propulsore di un processo di rafforzamento e valorizzazione e agente critico di cambiamento. Critico, perché nei metodi conduce a riflessioni, valutazioni, confronti aperti tra gli operatori culturali ed economici del territorio aiutandoli a sviluppare sinergie e ad aggiustare, di volta in volta, la rotta. Agente di cambiamento perché non si parte dal nulla, i germi del cambiamento già ci sono, perché malgrado le enormi criticità dell’area più colpita del cratere sismico, non tutto si è
disperso: sopravvivono i valori dei saperi locali, delle antiche tradizioni legate all’artigianato del legno, del rame, del travertino ed altro, che oggi traggono nuova energia da organizzazioni strutturate di filiera; sopravvivono le straordinarie qualità ambientali e paesaggistiche che connotano i borghi e che sono il punto di ripartenza per nuovi modi di fare turismo, un turismo consapevole, un turismo di ascolto, un turismo di attenzione alle persone e ai luoghi. Il Festival mescola un fitto programma di eventi culturali, spettacoli, performance, laboratori e workshop coinvolgendo le attività produttive, l’artigianato artistico locale e l’eccellenza del “saper fare”. È questo un approccio allo sviluppo del territorio che è stato avviato nell’area grazie a Mete Picene e che con il Pupun Festival potrà acquisire maggiore forza e visibilità, a livello nazionale e internazionale. La rivitalizzazione dei borghi, specialmente in zone del cratere, passa infatti attraverso la ri-scoperta del territorio, itinerari esperienziali, residenze artistiche, inclusione sociale, recupero di spazi e tempi in disuso da restituire alla collettività. “Altro che Cenerentola delle Marche e d’Italia – spiega il presidente del Bim Tronto, Luigi Contisciani – il Piceno merita questo grande risultato. Abbiamo enormi potenzialità, strategiche, culturali e turistiche, ma dobbiamo esserne convinti noi per primi. Oggi il Ministero riconosce una visione del territorio che mette in rete comunità e luoghi attraverso progettualità di filiera. Questo risultato porta il Piceno alla ribalta nazionale, rappresentando le Marche in un’ottica di valorizzazione
dei borghi molto cara al presidente Francesco Acquaroli e all’assessore alla Cultura Giorgia Latini”. La Commissione, nel valutare i dossier, ha tenuto conto in particolare dell’innovatività, della sostenibilità e dell’accessibilità delle proposte presentate, nonché del coinvolgimento della cittadinanza e dell’impatto sul territorio, con particolare attenzione alle aree prioritarie e complesse.