Sono 15, al momento, le azioni legali avviate da parte di persone che hanno presentato ricorso contro i provvedimenti dell’Arengo di stop all’erogazione dei Cas (contributo di autonoma sistemazione per il sisma) ad alcuni beneficiari. E, tra questi, sono 5 i casi in cui il Tribunale si è già pronunciato con sentenze che confermano la legittimità delle revoche da parte dell’Amministrazione comunale. In un solo caso, invece, il giudice di pace si è pronunciato a favore del ricorrente, mentre i rimanenti 9 procedimenti risultano ancora in corso, in attesa di una conclusione a breve. Si delinea, dunque, un primo scenario relativo alla decisione del Comune ascolano di segnalare alla guardia di finanza e alla Procura 75 presunti casi sospetti tra coloro che avevano richiesto il contributo di autonoma sistemazione a seguito del terremoto del 2016 e 2017. I 15 ricorsi sono stati presentati da alcuni dei cittadini che si sono visti interrompere l’erogazione dei contributi, sulla scorta di verifiche dei preposti uffici comunali. Casi in cui secondo l’ente non c’era il diritto a percepire ancora il sostegno economico a fronte di una abitazione dichiarata inagibile. In 5 casi, come detto, il Tribunale si è già pronunciato con sentenze (4 nel 2020 e 1 nel 2021) di rigetto delle domande di parte attrice e confermando la legittimità dell’agire del Comune e la revoca dei contributi, salvo eventuali ricorsi in appello. In un caso, invece, nell’anno in corso, il giudice di pace ha deciso di accogliere la richiesta del ricorrente di annullamento della revoca del contributo, con l’Arengo che ora si prepara a ricorrere in appello. Ci sono, poi, 9 casi per i quali i procedimenti sono ancora in corso e, quindi, in attesa di una sentenza (perlomeno non ancora inserita nel prospetto di resoconto dell’Arengo) anche alla luce di alcune udienze previste anche per l’utilizzo di prove testimoniali nel periodo tra marzo e giugno scorsi.