In un momento storico inevitabilmente segnato dall’aumento dei costi delle materie prime, dalle difficoltà di reperimento dei materiali e dallo spettro delle tensioni geopolitiche, per le imprese del Piceno attive nel cratere sismico arrivano finalmente buone notizie sul fronte del credito d’imposta. Nella giornata di ieri, martedì 7 giugno, la Commissione europea ha infatti concesso il via libera al pacchetto di aiuti da 33,6 milioni di euro complessivi, approvando contestualmente l’erogazione del credito d’imposta relativo agli investimenti produttivi del 2021riservato alle imprese di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria colpite dal sisma. Si tratta di una misura particolarmente attesa e in grado di garantire una boccata d’ossigeno a tutti gli imprenditori del Piceno che, con coraggio e fiducia, continuano a investire sul territorio contribuendo attivamente alla ripartenza delle aree interne e delle piccole realtà locali del cratere sismico. «Come associazione esprimiamo soddisfazione per l’approvazione di uno strumento che ha già dimostrato la sua efficacia nel corso degli ultimi mesi e di cui le nostre imprese avvertivano l’esigenza ormai da tempo» commenta Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno. A partire dai prossimi giorni, dunque, le imprese interessate possono richiedere il contributo utilizzando la versione aggiornata dell’apposito modello di comunicazione e del software di compilazione Cim17, disponibili sul sito dell’Agenzia dell’Entrate. “Si tratta indubbiamente di una gradita novità per centinaia di imprenditori che, nonostante gli ostacoli di natura burocratica che ad oggi caratterizzano il percorso della ricostruzione, non rinunciano a investire dal punto di vista economico e occupazionale su dei territori che, tuttavia, necessitano di ulteriori aiuti per poter riabbracciare la normalità di un tempo” dichiara Arianna Trillini, presidente della CNA Picena. Con l’occasione la CNA Picena rileva, altresì, che il sostegno alle imprese del cratere attraverso meccanismi automatici come il credito d’imposta e la Zona Franca Urbana (ZFU), di cui si è chiuso da poco il bando 2022, relativo all’ultima annualità, ha bisogno di veder prorogati ulteriormente strumenti come questi o di introdurne altri capaci di garantire una fiscalità di vantaggio per la rinascita del territorio.