foto d'archivio

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Le stazioni ferroviarie delle città del cratere sismico cambiano volto e si rinnovano e questo grazie alle risorse del Fondo complementare sisma. Tra ieri ed oggi si sono tenute le conferenze di servizio tra Regione Marche e tutti i soggetti coinvolti nelle opere di restyling delle stazioni di Ascoli Piceno, Fabriano, Macerata, Tolentino e Tolentino Campus. “La Regione Marche – spiega l’assessore regionale al Bilancio e alla Ricostruzione, Guido Castelli – su impulso del presidente Acquaroli e mio, ha voluto dedicare una particolare attenzione al tema della accessibilità dei trasporti nelle aree del cratere. Ne sono derivati, da una parte, lo stanziamento di 100 milioni di euro per la riqualificazione della Pedemontana tra Caldarola e Amandola, dell’Ascoli-Teramo e della Monti/Mare nel Fermano, e dall’altra questo piano di finanziamenti i cui interventi finanziari riguardano 5 milioni di euro, rispettivamente, per le stazioni di Ascoli Piceno e di Macerata, 3 milioni per quella di Fabriano, 1,8 euro per la stazione di Tolentino e 1,2 mln di euro, a cui si aggiungono altri 1,3 milioni di euro, per un totale di 2,5 milioni sulla stazione di Tolentino Campus. Una struttura, quest’ultima, di nuova istituzione e che si collega alla realizzazione del campus che sorgerà a Tolentino nell’alveo di quelle che sono state le strategie di delocalizzazione degli istituti scolastici superiori del territorio cittadino”.
“Il presidente Acquaroli – prosegue Castelli – ha fortemente voluto che la mobilità e l’accessibilità delle zone del cratere assurgessero a criterio di orientamento dei fondi. Per parte mia, ho lavorato e mi sono prodigato affinché anche il trasporto su ferro potesse trovare risorse importanti. Il risultato è rappresentato da una provvista finanziaria che, per le Marche, ha raggiunto 16 ml. Le conferenze di servizio hanno visto il parere favorevole della Regione e degli altri enti e la cosa positiva è che per effetto delle tempistiche, dei cronoprogrammi e del fondo complementare sisma, le opere in questione saranno necessariamente da realizzare tutte entro il 2026”. Gli interventi di restyling determineranno anche l’efficientamento energetico delle stazioni e comunque avrebbero un impatto significativo anche sotto il profilo della rigenerazione urbana, poiché le stazioni insistono prevalentemente negli ambiti più urbanizzati delle città. “Le risorse utilizzabili – conclude Castelli – fanno capo al segmento A del Fondo complementare sisma che complessivamente contiene 1mld e 780 mln, di cui 1 miliardo e 80 milioni per la dotazione infrastrutturale pubblica, mentre gli ulteriori 700 milioni riguardano le imprese private, relativi al segmento B”.

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