La scuola di Arquata è diventata realtà. Sono state consegnate questa mattina le chiavi della nuova scuola costruita in soli due mesi dai volontari di Protezione civile degli Alpini che, anche sotto le scosse di terremoto della fine di ottobre, hanno lavorato incessantemente per donare una struttura in grado di garantire ai circa ottanta studenti, ora costretti a frequentare le lezioni nella ex scuola Curzi di San Benedetto, accogliente e in grado di far fronte alla rigidità dell’inverno. Questa era l’intenzione dopo il sisma dello scorso 24 agosto dopo il terremoto del 30 ottobre l’amministrazione comunale si è vista costretta a emanare un’ordinanza di evacuazione di Arquata e delle sue tredici frazioni. Questa mattina, nonostante la neve avesse imbiacato il Vettore e abbassato le temperature di parecchio, si è svolta la cerimonia di consegna delle chiavi alla presenza tra gli altri del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, e quello del TgLa/, Enrico Mentana. «Farete qui gli esami» ha promesso il sindaco di Arquata Aleandra Petrucci che ha spiegato che la nuova scuola rappresenta la sola struttura nuova dopo il terremoto. La scuola, infattti, almeno fino alla prossima primavera quando probabilmente saranno pronte le prime casette prefabbricate, non sarà utilizzata. «Sarà un punto di riferimento per l’intera comunità – ha spiegato il sindaco Petrucci – e nella nuova struttura verranno realizzate anche altre attività significative per tutti i cittadini».
Hanno urlato insieme «Il coraggio non trema!» e hanno cantato l’inno di Mameli mentre tutti, intorno a loro, salutavano l’alzabandiera degli Alpini. Contenti, per una mattina gioiosi
dopo tanta paura: i bambini del plesso scolastico di Arquata del Tronto, dalla materna alle medie, emigrati sulla costa marchigiana dopo il sisma del 24 agosto che da queste parti ha
distrutto tutto, torneranno qui per fare gli esami, quando le loro famiglie avranno anche le casette. Oggi tutti insieme hanno preso confidenza con la scuola a colori, per 100 bambini:
costruita in due mesi, un blocco prefabbricato a un piano di quasi 600 metri, con 8 classi e un locale mensa, coibentata eantisismica. Coccolati dai volontari della Protezione civile e da tantissime divise degli Alpini che della scuola hanno realizzato lo scavo e le fondamenta.
«Ci piace, è bella. Peccato che non possiamo usarla subito. Grazie a chi ce l’ha costruita, restando qui anche quando il 30 ottobre c’è stata un’altra scossa fortissima» ha detto Sofia a
nome di tutti i suoi compagni, raccolti davanti all’entrata per la benedizione di monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno. È costata quasi 300 mila euro, finanziata dalla
Fondazione Francesca Rava grazie ai fondi raccolti, attraverso Banca Prossima e Tim, da «Un aiuto subito» Corriere della Sera-TgLa7. I direttori Luciano Fontana ed Enrico Mentana,
assieme al Commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, hanno partecipato oggi
alla consegna delle chiavi della struttura. «È la parte più importante del nostro paese – ha detto il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci – perché è la prima opera che ricostruiamo qui. E servirà non solo per i ragazzi, che qui verranno sicuramente a fare gli esami, ma anche a tutta la comunità perché sarà simbolo di aggregazione e ripartenza. Non a caso il nuovo plesso nasce a fianco di un simbolo della distruzione portata dal sisma, la scuola materna ‘Giovanna Gallo Flavì, ferita a morte dalle lesioni». «Per noi è una sfida – dice la preside, Patrizia Palanca – una sfida per insegnare agli alunni che non bisogna fuggire dal terrore, ma bisogna comprendere ciò che avviene, anche se a volte non è bello come oggi, in cui sono tornati in un posto dove ci sono solo macerie». «Nei vostri occhi non vedo ancora il sorriso – ha detto ai bambini il vescovo D’Ercole – ma so che avete tanta voglia di tornare a sorridere. Adesso un motivo ce l’avete grazie a questa scuola, che vivrà ogni giorno nel ricordo di tanti bambini che per colpa del terremoto non ci sono più». I loro nomi, da quello di Marisol, la più piccola vittima di questo sisma, a Gabriele, Giulia, Elisa, Giordano, Arianna, Tommaso e Lucrezia, sono scolpiti nella targa che, assieme alle chiavi della scuola, il presidente della Fondazione Rava, Mariavittoria Rava, ha consegnato al sindaco Petrucci.