banconote-e-monete-soldiLa Regione Marche ha emanato un nuovo bando per promuovere gli investimenti produttivi. È riservato alle micro, piccole e medie imprese (MPMI) industriali, con una dotazione di quasi 10 milioni di euro. Le risorse sono destinate a sostenere due tipologie di interventi: sviluppo aziendale e nuove unità produttive. Le richieste potranno essere presentate dal 6 luglio al 13 ottobre 2023. Il bando segue quello della settimana scorsa che assegnava altri 10 milioni di euro per l’ammodernamento delle micro e piccole imprese artigiane. “È il momento che le imprese più dinamiche, che sono in grado di trainare la ripresa produttiva delle Marche, effettuino investimenti per migliorare la competitività, la qualità degli ambienti produttivi, le condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori e per generare un minore impatto ambientale – afferma l’assessore allo Sviluppo Economico, Andrea Maria Antonini – Con questo bando vogliamo contribuire a promuovere la crescita dell’occupazione, a rendere più attrattive le imprese anche per i giovani, a trainare e qualificare le filiere produttive”. I progetti finanziati dal bando dovranno favorire lo sviluppo aziendale attraverso investimenti in ammodernamento degli impianti e dei siti produttivi esistenti, con particolare attenzione alle applicazioni digitali e alle nuove soluzioni energeticamente efficienti, sicure e sostenibili. La dimensione minima dell’investimento è di 150 mila euro. Si potranno prevedere investimenti materiali (edili e tecnologici), investimenti immateriali (brevetti, software) e, in parte, spese di consulenza e progettazione. Le imprese potranno ricevere un contributo del 50% fino a 200 mila euro, se scelgono il de minimis (disciplina che non viola le norme Ue sulla concorrenza); altrimenti, potranno ottenere un contributo massimo di 300 mila euro se sceglieranno il normale regime di aiuto alle MPMI (20% per le piccole, 10% per le medie, aumentati entrambi del 15% nelle aree riconosciute dall’Unione europea in stato di crisi industriale). Non sono obbligatori, anche se favoriti a fini valutativi, gli incrementi occupazionali.

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