Sarà il Comune a mettere in sicurezza il palazzo a rischio di via Catone ad Ascoli. Per la prima volta, l’Arengo decide di intervenire concretamente per sostituirsi al privato – a seguito di precedenti ordinanze cui i proprietari non avevano pienamente ottemperato – e procedere con un’opera a tutela della pubblica incolumità. Un intervento–tampone che costerà circa 65 mila euro (che verranno prelevati dall’apposito capitolo di spesa riservato alla sistemazione degli edifici danneggiati dal sisma, con un plafond totale di 2,7 milioni di euro). Il fabbricato, secondo quanto emerso dall’ultimo sopralluogo del settembre scorso, è “da tempo fatiscente ed è stato oggetto nel corso degli anni di varie ordinanze urgenti, eseguite solo parzialmente. A seguito del sisma del 24 agosto e delle scosse successive, si è avuto un notevole aggravamento della situazione in quanto si è riscontrata un’accentuazione del quadro fessurativo dei muri portanti anche esterni”. “Pertanto, – aggiungono i tecnici – stante il rischio di potenziale crollo delle pareti perimetrali, sussiste uno stato di pericolo per la privata e pubblica incolumità che esige l’emissione di apposita ordinanza”. Un’ordinanza emessa nel settembre scorso che non ha avuto riscontro neanche dopo la diffida del Comune ad ottobre. A questo punto, considerato che l’estrema vicinanza dell’immobile ad altri edifici “determina un rischio per la pubblica incolumità in quanto presenta evidenti pericoli di crollo” e, in particolare, “l’eventuale crollo dell’edificio determinerebbe conseguenze negative anche sugli edifici confinanti”, l’Arengo ha deciso di caricarsi l’onere dei lavori di messa in sicurezza in sostituzione dei proprietari del fabbricato. Si procederà, quindi, con un’apposita gara per l’affidamento dei lavori sulla base di uno studio di fattibilità per le opere di cerchiatura e messa in sicurezza dell’immobile.