Ci sarebbero anche due indagati dell’Ascolano nell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Alle prime luci dell’alba, nella provincia di Reggio Calabria – in particolare nell’area del basso Jonio Reggino – ma anche a Roma e in provincia di Urbino, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio di tutte le articolazioni territoriali dipendenti, su ordine della Procura della Repubblica – Dda presso il Tribunale di Reggio Calabria, hanno arrestato 14 persone, sottoponendone all’obbligo di dimora con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria altre 4, in esecuzione di ordinanza di applicazione delle misure cautelari emesse dal Gip di Reggio Calabria, su richiesta della Procura distrettuale antimafia.
Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento; falsa testimonianza, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, si sviluppano quale approfondimento delle risultanze di altre operazioni compiute negli ultimi mesi nella zona.
Le indagini avrebbero consentito di acquisire elementi probatori sul conto di imprenditori attivi nel settore della raccolta rifiuti, i quali, forti del sostegno derivante dalla criminalità organizzata locale e avvalendosi della collaborazione di liberi professionisti e della compiacenza di funzionari e amministratori pubblici, avrebbero condizionato il regolare svolgimento di gare d’appalto in alcuni comuni del basso jonio reggino.