Il Natale che non vorresti vivere

Il periodo più bello dell’anno con l’angoscia del terremoto

di Rossella Chesi

Vetrine scintillanti. Palazzi lesionati e transennati. Luminarie, festoni e strade deserte. Aspetti contrastanti di un periodo fatto di paure e voglia di ricominciare. Il terremoto che spaventa e che uccide e il Natale che sta arrivando. La continua attività sismica non fa diminuire la forte tensione che stiamo vivendo ma è tanta la voglia di esorcizzare questa grande forza della natura, che cerchiamo di continuare la nostra vita con finta naturalezza e con la speranza che prima o poi si dimentichi di noi. Ovunque non si parla d’altro. Condividere paure ed esperienze aiuta a sentirsi più forti. E se il terremoto ci coinvolge tutti, anche il Natale ci accomuna. Tante le iniziative di solidarietà in  favore delle popolazioni colpite dal sisma e tante in favore di tutti i commercianti che hanno visto di colpo azzerati i propri incassi. La macchina della solidarietà è stata forte ed efficace e, se è vero che con il Natale siamo tutti più buoni, con le festività natalizie lo sarà sicuramente ancora di più. Ed è per questo che si accenderanno le luci del grande Albero Bosch in Piazza Arringo. Per dare un segno di speranza e di vicinanza alle popolazioni e per regalare la magia e la gioia del Natale a tutti i bambini di questi territori colpiti e danneggiati. “L’albero di Natale” – riprendendo le parole del Santo Padre Benedetto XVI – “con le sue foglie sempre verdi, richiama la vita che non muore”.

 

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