acquaroliIl presidente della Regione, Francesco Acquaroli si è unito alle parole di cordoglio per la tragica morte di Giulia Cecchettin, “giovanissima vittima di un fenomeno inaccettabile”, in conclusione della seduta aperta del Consiglio regionale per la presentazione del Rapporto annuale sul fenomeno della violenza di genere e in vista della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre. “In questi giorni abbiamo tutti sperato in un epilogo diverso – ha proseguito il Presidente – confidando probabilmente nel non voler trovare mai più tracce di questa immane violenza nelle nuove generazioni.  Ieri, pensando alla seduta odierna, immaginavo Giulia come l’ultima vittima di una lunga e drammatica scia di sangue che nel 2023 supera già le cento donne uccise in Italia. Purtroppo ieri sera un altro dramma si è consumato proprio nella nostra regione, a Fano, nei confronti di Rita Talamelli, donna di 66 anni. Desidero esprimere – ha aggiunto il presidente – alle famiglie e ai loro cari un profondo sentimento di vicinanza e sgomento, certo di interpretare così la condanna unanime e il dolore della comunità marchigiana per questi episodi così drammatici e per tutti gli atti di sopruso”.  “La violenza contro le donne è una piaga sociale – ha continuato Acquaroli nel suo intervento – una vera emergenza che richiede un impegno collettivo. In questa giornata, dobbiamo riflettere sulle azioni concrete che possiamo intraprendere nei nostri ambienti familiari, lavorativi, nel tempo libero, in ogni gesto della nostra quotidianità. Ciascuno può fare la differenza, per creare un ambiente in cui le donne si sentano sicure, rispettate, libere di perseguire i propri sogni, legittimate ad autodeterminarsi. Ciascuno può contribuire a coltivare un necessario e quanto mai urgente cambiamento culturale e a trasmettere ai giovani l’importanza del rispetto reciproco, il valore dell’uguaglianza di genere, la capacità di affrontare le difficoltà e gli ostacoli che la vita ci pone nel nostro cammino, la condanna ad ogni forma di violenza. Alle istituzioni – ha poi aggiunto – spetta il compito di affrontare questo fenomeno con politiche di sistema, continuando ad investire, implementando le norme e rafforzando le misure cautelari, potenziando gli strumenti di prevenzione, le azioni di comunicazione, i centri anti-violenza e la rete sui territori, innescando nelle scuole delle attività di educazione al rispetto e contro la violenza di genere. Il rapporto regionale presentato nella giornata odierna racconta purtroppo di un fenomeno che non accenna a diminuire, con un aumento delle donne che si sono rivolte nel 2022 ai Centri Antiviolenza. Sono 705 nella nostra regione, 42 in più dell’anno precedente. Quasi la totalità di loro ha subito violenze per anni, la maggioranza per un periodo superiore ai cinque anni. I numeri in crescita delle donne che si rivolgono ai Cav raccontano, quindi, l’aumento delle donne che scelgono di denunciare. Un atto di grande coraggio che dobbiamo continuare a sostenere con una attenzione sempre maggiore, a tutti i livelli. Perché la violenza si manifesta in molteplici vesti, come violenza fisica, sessuale e psicologica, violenza economica e minacce, stalking e cyberstalking, violenze legate a sfruttamento e tratta, fino purtroppo alla forma più atroce. C’è ancora molta strada da fare – ha concluso Francesco Acquaroli –  ma ognuno di noi deve sentire proprio il compito di innescare il cambiamento, per affermare con forza che la violenza sulle donne non deve mai più avere spazio nelle nostre vite, nelle nostre famiglie e nella nostra società”.

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