di Luca Marcolini
La mentalità che va oltre la quadratura tecnico-tattica. La voglia di vincere che va oltre la forza di qualsiasi avversario. In una fredda serata dicembrina il Picchio dimostra di aver imparato la lezione obbligata per superare l’esame serie B: la convinzione nei propri mezzi è l’arma vincente per scavalcare qualsiasi ostacolo. E questo nonostante qualche amnesia difensiva da mani sui capelli, la difficoltà per un intero tempo di tracciare trame fluide ed efficaci a centrocampo, la prevedibilità dell’azione offensiva quando i ritmi si abbassano troppo.
L’Ascoli che vuole fare lo sgambetto ad un Entella che guarda ai play off affiora soprattutto nel secondo tempo, quando la ricerca del predominio sul giro-palla e sulle velocizzazioni improvvise da parte degli ospiti comincia a vacillare sulle ripartenze bianconere ed una trama di passaggi più veloce e di prima intenzione. E soprattutto anche quando ad un Cassata ispirato sin dall’inizio si affianca un capitan Giorgi in palla e pronto ad ispirare la finalizzazione. Lo stesso Giorgi che già nel finale del primo tempo, con un guizzo, offre sul piatto d’argento il rigore che poi bomber Cacia stavolta trasforma nel momentaneo pareggio. E se i rapidissimi terminali offensivi dell’Entella sembrano sempre sul punto di affondare il colpo vincente, l’Ascoli fa le prove per il colpaccio finale con alcune verticalizzazioni rapide ed efficaci. Anche con il terzo anello, l’instancabile Felicioni, della catena che rappresenta, in questo match, la vera arma bianconera, si definisce uno scenario che lascia presagire una possibile svolta improvvisa. Vittoria doveva essere e, alla fine, vittoria sarà, con l’ultimo anello, l’ingresso di uno scalpitante Favilli, che rappresenta la chiusura della catena che imprigiona definitivamente gli ospiti in una sconfitta tanto voluta quanto attesa. Specie dopo l’harakiri della partita con il Latina che ancora pesava sulle gambe dei ragazzi di Aglietti.
Adesso, ritrovata la fiducia, arriva il momento di trovare gli equilibri di una squadra che, pur con i suoi limiti, può diventare un osso duro per tutti nel momento in cui comincia a credere davvero in se stessa.