La confusione che sta accompagnando tutta la fase della ricostruzione, dopo quella dell’emergenza, trova un ulteriore passaggio a vuoto: si tratta di quello legato agli interventi di messa in sicurezza attivati da molti cittadini dopo un’ordinanza comunale di somma urgenza con dichiarazione di inagibilità temporanea di un immobile. Interventi per i quali ora ci sarebbe un “vuoto” dal punto di vista della copertura economica e, quindi, dei rimborsi. A segnalare il caso è l’avvocato Giulio Marini che, a tal proposito, ha contattato formalmente la segreteria del commissario straordinario, Errani, per sciogliere i dubbi sulla situazione paradossale venutasi a creare e si è sentito rispondere che “gli interventi di messa in sicurezza per la pubblica incolumità o per rimuovere inagibilità indotte di edifici limitrofi debbono essere poste in essere direttamente ed esclusivamente dai Comuni e non ordinando gli interventi a privati”. Quindi, secondo l’ufficio di Errani sarebbe dovuto intervenire il Comune per la messa in sicurezza, non intimando ai privati di provvedere. Ma il Comune, come avrebbe potuto coprire i costi di tutte le messe in sicurezza? La segreteria di Errani, inoltre, sottolinea che “dalle informazioni assunte risulta che diversi Comuni hanno emesso ordinanze a tutela della pubblica incolumità ordinando ai privati di rimuovere il pericolo. Si tratta ora di trovare una soluzione in merito al riconoscimento delle spese sostenute dai privati cercando prima di tutto di capire chi deve finanziare tali interventi. La questione al momento è irrisolta e sarà esaminata congiuntamente con la Protezione Civile al fine di trovare una soluzione al riguardo”.