Nel 2024 l’unità operativa complessa di oncologia medica dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli ha registrato complessivamente 1.040 ricoveri in day hospital tra gli ospedali di Ascoli e San Benedetto, per un totale di 18.242 giornate di degenza, mentre 7.500 sono state le prestazioni ambulatoriali erogate, sempre in un anno. Per quanto riguarda, invece, i programmi di screening oncologici offerti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, nell’Ast di Ascoli, nel 2024, la percentuale di adesione ha evidenziato un incremento rispetto al 2023 passando: dal 36,24% al 42% per quello mammografico, dal 34,31% al 41,5% per quello alla cervice uterina, dal 20,18% al 31% per quello al colon-retto. Ciò è stato possibile anche grazie all’azione dell’Azienda sanitaria che, nell’ottica di una sempre maggiore promozione della prevenzione, ha ampliato i posti a disposizione della cittadinanza per effettuare gli screening. Ed è proprio la promozione della prevenzione l’obiettivo, insieme a quello di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la malattia e la diagnosi precoce, della Giornata mondiale contro il cancro, promossa dall’Union for international cancer control e sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, che si celebra, oggi, 4 febbraio.
“Il tema di quest’anno della Giornata mondiale contro il cancro – sottolinea il direttore dell’unità operativa complessa di oncologia medica dell’Ast di Ascoli, Francesca Chiara Giorgi -, che verrà sviluppato anche nei due anni successivi, è ‘United by unique’, ovvero ‘Uniti dall’unicità’, per mettere le persone e le loro storie al centro del progetto e del percorso di cura. Il significato è semplice: ognuno è unico nei propri bisogni e nelle proprie prospettive, ma le persone che hanno a che fare con il cancro, come pazienti, familiari e personale sanitario, sono unite dal desiderio condiviso di affrontare la malattia, ottenere risultati e vivere e far vivere una vita migliore anche con il cancro. Quest’ultimo è molto di più di una semplice diagnosi medica perché coinvolge la persona nel profondo: dietro ogni diagnosi c’è una storia personale fatta di rabbia, dolore, ma anche di cura, resilienza e amore. Ecco perché la cura del cancro deve pienamente integrare ogni bisogno individuale, unendo la competenza e la conoscenza all’accoglienza e all’empatia, per ottenere il migliore risultato possibile. Questi obiettivi – conclude la Giorgi nella sua veste anche di responsabile regionale dell’Associazione italiana di oncologia medica – guidano da sempre l’operato dell’unità operativa complessa di oncologia medica dell’Ast picena: ogni anno vediamo 1.000 nuovi pazienti, ognuno con storie ed esigenze diverse, e più della metà di loro proseguono con cure specifiche, dalla chemioterapia alle più innovative terapie immunitarie e biologiche mirate. L’obiettivo di tutto il personale è quello di vedere il paziente oltre la malattia, cercando di rispondere in modo personalizzato, lavorando in maniera armonica anche con le associazioni di volontariato, come Iom e Bianco Airone, per soddisfare le esigenze dei pazienti e delle loro famiglie”.