Si punta ad ottenere i fondi per il terremoto per garantire l’intervento-tampone per la messa in sicurezza della collina, a rischio frana, sopra via Mameli a Porta Romana. Un intervento di messa in sicurezza che l’Arengo ha deciso di effettuare, per accelerare i tempi, sostituendosi ai privati proprietari delle aree interessate dagli smottamenti e per il quale ci sarebbe già stato un primo approccio anche con il commissario straordinario per il sisma, Vasco Errani, al fine di avere rassicurazioni sull’inserimento della frana nell’elenco dei danni causati dal terremoto. Una volta avuta l’ufficialità in tal senso, con la garanzia di ottenere questi fondi per le emergenze post-sisma, l’Arengo – attraverso i propri uffici tecnici – andrà a sbloccare i lavori per eseguire la messa in sicurezza del costone, attualmente a rischio per la pubblica incolumità.
La frana che da tempo minaccia via Mameli, stando ai tecnici, ha avuto un aggravamento a causa del terremoto, oltreché della neve e poi della pioggia. E su questo si impernia tutta la strategia dell’Arengo – che avrebbe trovato, informalmente, un riscontro positivo – per arrivare ai fondi destinati all’emergenza terremoto e alle altre emergenze (neve e frane). La conferma della causalità del terremoto sulla situazione di Porta Romana arriva dalla relazione tecnica inserita nell’ordinanza emessa lo scorso 14 febbraio dal sindaco Castelli. Nel testo della relazione, infatti, si legge che “la recente crisi sismica iniziata il 24 agosto del 2016, tuttora in corso, le abbondanti nevicate verificatesi nel mese di gennaio 2017 e le intense precipitazioni piovose dei recenti giorni di febbraio che hanno interessato la zona sono state inequivocabilmente cause di innesco e di riattivazione dei fenomeni franosi nonché fattori capaci di accelerare e aggravare l’instabilità presente nell’area”. “In particolare – si legge ancora nella relazione tecnica dopo l’ultimo sopralluogo – gli accumuli di neve verificatesi nello scorso mese di gennaio, che hanno raggiunto nell’area quasi il metro di altezza, con il successivo scioglimento, unitamente alle precipitazioni piovose hanno determinato un appesantimento dei terreni e la loro imbibizione determinando l’aggravamento dell’instabilità. In particolare è stato rilevato l’aumento del rigetto delle scarpate già esistenti e la formazione di nuove, l’abbassamento disarticolato del piano campagna, la presenza di fratture beanti di recente formazione e ristagno d’acqua in alcune zone. E’ stato inoltre individuato il ribassamento e la rototraslazione di alcuni alberi verso valle”.
In considerazione di quanto emerso nel corso del sopralluogo e dunque dell’accertato aggravamento delle condizioni di instabilità del versante causato dal sisma e dalle successive nevicate, il sindaco Castelli si sarebbe messo in contatto con Errani per cercare di sbloccare la situazione, trattandosi di somma urgenza, sapendo di poter contare sulla copertura economica garantita dai fondi per il terremoto e le successive emergenze. In tal senso, i riscontri sarebbero stati positivi, tanto che l’Arengo sarebbe pronto ad entrare in azione con la messa in sicurezza della zona sopra via Mameli. Proprio il nesso di causalità tra il terremoto e la frana, infatti, consentirebbe di far rientrare i danni ed i rischi verificati tra quelli indotti dal sisma.
Quel che è certo è che ormai è arrivato il momento di intervenire per risistemare quella zona già a rischio ancor prima di terremoto e neve, ma che ora ha fatto registrare un evidente aggravamento. Si tratterà, a questo punto, di un intervento di messa in sicurezza che riguarderà tutta quella parte del versante dove si sono riscontrati problemi abbastanza gravi. Nello specifico, i lavori ipotizzati – già subito dopo l’ultimo sopralluogo – riguarderanno “opere di raccolta, canalizzazione e smaltimento delle acque superficiali e profonde; opere di riprofilatura del versante in dissesto, previa rimozione del materiale mobilitato dal fenomeno gravitativo; opere di consolidamento del versante in dissesto opportunamente ubicate e dimensionate. Gli interventi sopra elencati dovranno essere valutati ed eseguiti in modo coordinato sulle due aree di diversa proprietà interessate dal fenomeno, al fine di risolvere definitivamente e nella sua globalità il dissesto franoso e di mettere in sicurezza i fabbricati sottostanti”, ovvero le due palazzine di via Mameli evacuate, con dodici famiglie trasferite in strutture ricettive. Famiglie che attendono di poter rientrare prima possibile nelle loro case (considerando gli evidenti disagi che stanno subendo) una volta ottenute le massime garanzie a livello di sicurezza.